La storia del Festival di Sanremo. Ecco come nasce un mito

Ti sei mai chiesto perchè tutti parlano del Festival di Sanremo? Perchè ha una lunga storia che lo ha portato a essere parte della cultura italiana

Vuoi sapere tutto sul Festival? Ecco, comiciamo dalla storia. Conoscere tutto del Festival, è impossibile, la kermesse sanremese non finirà mai di stupire. Ma tra divi, amarcord, starlette, rime facili, dischi, fiori e tormentoni possiamo capire come il Festival di Sanremo sia diventato parte della cultura italiana e abbia saputo adattarsi ai tempi. Ecco come.

Il Festival per antonomasia è ormai ben più di una manifestazione canora. Accompagnando da vicino la storia italiana, dal dopoguerra ad oggi, è diventato uno specchio della nostra società, parte della nostra cultura, della quale ci offre un po’ il riflesso. Il Festival è poi sempre più un fenomeno di costume: annunci, slogan, proteste clamorose, grandi ospiti, vip, gossip, tutto contribuisce a creare l’atmosfera unica del Festival. Sanremo è conosciuta come “Città dei fiori e delle canzoni”: hotel, come il “Des Estrangers”, l'”Astoria”, il “Londra”, sono presi d’assalto dai fan e per le vie stesse di Sanremo o sul porto non è difficile incontrare i vip, partecipare a dirette televisive, tuffarsi nel reality. Insomma, godere dei propri cinque minuti di celebrità.
Dal 1951 ad oggi il Festival di Sanremo è l’appuntamento fisso dell’inverno italiano, lo specchio pop che riflette la nostra società, la nostra cultura: grazie alla sua forma, instabile ma flessibile, in continua trasformazione, ha saputo cambiare e adeguarsi alla società e ai tempi, senza rinunciare alle immancabili reazioni e polemiche, ma senza fossilizzarsi e morire.

L’idea di una manifestazione canora sulla canzone italiana, dopo alcune esperienze simili negli anni ’30 e ‘40, venne ad Angelo Nicola Amato, direttore delle manifestazioni e delle pubbliche relazioni del Casinò di Sanremo e ad Angelo Nizza, conduttore radiofonico, mentre Pier Bussetti insieme a Giulio Razzi, misero a punto il regolamento del concorso: era nato il Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
La prima edizione del Festival si tenne a Sanremo nel 1951, nel Teatro del Casinò (che la ospitò fino al 1976). Nella prima edizione tre interpreti si avvicendarono a cantare le 20 canzoni in gara: Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano. Vinse Grazie dei fiori, interpretata da Nilla Pizzi.

Nilla Pizzi al Festival di Sanremo 1951
Nilla Pizzi al Festival di Sanremo 1951

Se nel dopoguerra, canzoni come Grazie dei fiori e Vola colomba – con cui Nilla Pizzi vinse le prime due edizioni nel ’51 e ’52 – erano l’immagine dell’Italia che si stava rialzando, Non ho l’età di Gigliola Cinquetti (1964) o Zingara (1969) di Iva Zanicchi, descrivevano un paese che aveva reimparato a godersi la vita. Con Chi non lavora non fa l’amore, Adriano Celentano, nel 1971, raccontava di un boom ormai agli sgoccioli. Mentre Vita spericolata (1983) di Vasco Rossi o Donne (1985) di Zucchero – due canzoni che al Festival non brillarono – restituivano la più vivida immagine degli anni ’80.

La manifestazione si è svolta nel Teatro del Casinò fino al 1976, successivamente si trasferì al Teatro Ariston, tranne nel 1990, in occasione della 40° edizione, in cui fu scelto il PalaFiori del nuovo Mercato dei Fiori in valle Armea, in frazione Bussana.

Casinò di Sanremo
Casinò di Sanremo, prima sede del Festival di Sanremo

Le edizioni fino al 1954 furono trasmesse solo per radio, ma, ben presto la manifestazione divenne un evento televisivo trasmesso in Eurovisione da Raiuno. Tragedia nel 1967: Luigi Tenco, non ammesso alla finale con la canzone “Ciao amore ciao”, verrà trovato morto nella stanza 209 dell’Hotel Savoy, il 27 gennaio 1967.
Tutto particolare, addirittura simbiotico, è il rapporto che il Festival ha sempre avuto con la televisione italiana. Una crescita parallela la loro, tanto da influenzarsi, compenetrarsi quasi l’uno nell’altra. Gli italiani, da popolo di santi, navigatori e poeti, sembrano oggi essere divenuti, oltre che allenatori della nazionale e ministri delle finanze, anche presentatori del Festival di Sanremo: memorabili le edizioni condotte da Pippo Baudo (tredici) o Mike Bongiorno (undici) di cui esiste una statua nel centro di Sanremo. Nel 1986 ci fu la prima  donna conduttrice principale dell’evento: Loretta Goggi.

Dal 1984 (eccetto nel 2004), oltre alla categoria Big esistono le Nuove Proposte (o Giovani), dal 1982 esiste un premio della stampa, detto Premio della critica che, dal 1996 è dedicato a Mia Martini. Altri riconoscimenti e menzioni speciali vengono assegnati alle canzoni in gara come il Premio Volare per il miglior testo, musica ed arrangiamento, il premio alla carriera e il Premio di Regione Liguria.

La storia del Festival è anche quella dei grandi ospiti internazionali: sul palco dell’Ariston sono saliti le più grandi star, da David Bowie ai Queen, dai Kiss a Madonna, dai Duran Duran ai Take That, portando in giro per il mondo il nome della località rivierasca.

I Queen al Festival di Sanremo 1984
I Queen al Festival di Sanremo 1984

Gli anni novanta furono un momento della consacrazione del Festival di Sanremo nella società italiana: la sigla d’apertura delle edizioni 1995 e 1996, “Perché Sanremo è Sanremo”, divenne un “tormentone” , un modo di definire la kermesse in voga tuttora. La direzione di Pippo Baudo fa emergere “nuove voci”, come Laura Pausini (vincitrice della categoria Giovani 1993), Biagio Antonacci, Andrea Bocelli e Giorgia che vinse nel Festival di Sanremo 1995.

Finora sono sei i cantanti che hanno vinto il Festival sia nella categoria Nuove proposte sia nella categoria Big: Eros Ramazzotti, Aleandro Baldi, Annalisa Minetti, Marco Masini, Arisa e Francesco Gabbani.

Con l’edizione 2015 il Festival di Sanremo definitivamente collegato all’Eurovision Song Contest: la canzone vincitrice viene automaticamente designata a rappresentare l’Italia al concorso canoro europeo. Nelle edizioni 2018 e 2019, sotto la direzione artistica e la conduzione di Claudio Baglioni, viene aumentata la durata massima dei brani: da tre minuti e mezzo a quattro. Ciò aumenta la qualità delle canzoni in gara. Arrivano anche segni di novità: nell’edizione del 2019 vince Mahmood con il brano “Soldi” appartenente al genere “urban”, rimasto ai margini del Festival di Sanremo. Inoltre la partecipazione di molti concorrenti provenienti dai talent show e la forte presenza sui social network avvicinao il pubblico più giovane al Festival e assicura le attenzioni delle case discografiche.

Dal 2020 il Festival è diretto e condotto da Amadeus, che ne ha rivuluzionato la formula con una bilanciata presenza di vecchie glorie e nuove proposte. Ha ottenendo un buon successo  registrando suo malgrado un record: l’edizione 2021, segnata dalla pandemia di Covid-19 in cui, a causa delle misure di contenimento in vigore nei primi mesi del 2021, il Festival si svolge per la prima volta nella sua storia senza il pubblico all’interno del teatro Ariston. Per la prima volta vince un gruppo rock, i Måneskin, che successivamente vinceranno l’Eurovision Song Contest raggiungendo un successo planetario.

Dal 2020 conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo è Amadeus che terminerà  nel 2024. La sua conduzione è stata caratterizzata da ascolti record e da un grande aumento del pubblico più giovane. Gli ultimi vincitori sono stati Mahmood e Blanco con il brano Brividi (2022) e  Marco Mengoni con il brano Due vite (2023).