Le isole della Liguria
Golfo dei Poeti, Riviera delle Palme
Selvagge, disabitate, irraggiungibili o piccoli Eden: le isole della Liguria sono un mondo a parte.
Sono solo 5 ( + 1, forse?) e alcune potrai ammirarle solo da riva o dal mare. Ma donano ancora tante emozioni e storie: quelle di chi sogna ancora d’approdarvi e le vite di chi come piccoli Robinson, riuscì a viverci.
Le tappe
Isola GallinaraIsola di Bergeggi
Isola Palmaria
Isola del Tino
Isola del Tinetto
La torre Scola
Isola Gallinara
Isola Gallinara
L'isola Gallinara, con la sua tipica forma di lumaca (che, a seconda dell’angolazione, può diventare una tartaruga), è la protagonista del panorama di Alassio e Albenga. Dista circa 1,5 km dalla costa e con i suoi 11 ettari di superficie è il risultato di un innalzamento marino del Quaternario, ma nella sua storia più recente c’è soprattutto che fu rifugio di papi ed eremiti, come San Benedetto Revelli, San Martino di Tours e di Papa Alessandro III. Il suo nome ricorda le galline che un tempo l’abitavano numerose, portate forse dai monaci colombiani o benedettini, anche se ne parlano già storici romani come Catone, Varrone e Lucio Columella. È bellissima quanto misteriosa: da anni, da quando se ne contendono il possesso oligarghi e holding di privati, non si può accedervi e tra i suoi estremi, punta “Sciusciau” (dai venti che vi spirano) e Punta Falconara, c’è la “Riserva naturale regionale dell’isola di Gallinara” in cui vivono oltre 280 specie botaniche diverse e rare e vi si rifugiano animali unici come il grande Gabbiano reale. Ti consigliamo di avvicinarti dal mare: tra le due punte si trova la Grotta azzurra in cui il sole per un gioco di rifrazioni colora di turchese l’acqua della grotta. Davanti a Punta Falconara a 18 m di profondità è stata posta una statua del Cristo Redentore, completamente in bronzo, alta 275 cm, adagiata sul fondale nel 1998. Se vuoi scoprire qualcosa di più sulla bellezza della Gallinara, partecipa a A tutto mare: Dritti all’Isola e oltre in programma il 14 giugno, una “piscina naturale” delimitata da boe, che consentirà lo svolgimento di attività sportive e di outdoor.
Isola di Bergeggi
Isola di Bergeggi
L’isola di Bergeggi è vicinissima, potresti andarci a nuoto, solo 250 metri dalla scoscesa Punta del Maiolo: e, infatti, potrai farlo con uno dei percorsi di Swim the Island, la competizione di nuoto in mare aperto che si svolge in autunno in queste acque. Non vi si può approdare anche perché è Riserva Naturale Regionale, area protetta per conservare il suo ambiente straordinario e le sue testimonianze storiche e archeologiche. A partire dal IV-V secolo d. C., divenne rifugio monastico: ospitò Sant’Eugenio, vescovo di Cartagine. Vi si sarebbe rifugiato nell’Alto Medioevo e a lui è dedicato il monastero a due absidi, fatto costruire nel 992 dal Vescovo di Savona, sul versante occidentale e diretto dai Monaci delle Isole di Lérins fino al 1346. I fondali dell’Area Marina protetta di Bergeggi nascondono un patrimonio inestimabile di grotte sotterranee e punti di immersione spettacolari come il Canalone, il Pifferaio e la Grotta Marina di Punta Predani.
Isola Palmaria
Isola Palmaria
L'isola Palmaria compone l'arcipelago spezzino con le altre due isole, Tino e Tinetto. Separata da Portovenere da uno stretto braccio di mare detto Le bocche ha una sua superficie di 1,89 km² ed è l’isola più grande della Liguria. Certo lo scenario all’ingresso delle Bocche, con la chiesa di San Pietro e Tino e Tinetto è mozzafiato: degno d’un romanzo di Dumas o Salgari. La Palmaria si presta poi all’avventura: ha un lato popolato, quello verso il borgo di Porto Venere, e uno selvaggio, ricoperto di vegetazione mediterranea e con falesie alte anche 180 metri sul mare. Per la sua posizione strategica, proprio nel cuore del Golfo dei Poeti, la Palmaria ha una storia densa di colonizzazioni e fortificazioni: se la presenza dell'uomo almeno è attestata da alcuni ritrovamenti a cinquemila anni fa, sull’isola ci sono costruzioni di carattere militare come il forte Conte di Cavour. Si raggiunge con in barca o, nei mesi estivi, con traghetti da Portovenere, Lerici e La Spezia. Disabitata per gran parte dell’anno, ha flora e fauna eccezionali, con alcuni endemismi tipici del Parco Naturale di Portovenere. Solo via mare si può visitare la grotta Azzurra, soltanto via terra e non senza difficoltà invece si accede alla grotta dei Colombi, abitata fin da tempi remotissimi.
Isola del Tino
Isola del Tino
L’Isola del Tino, a circa 2,5 km da Porto Venere, resa inaccessibile da una imponente falesia e dall’interdizione della Marina Militare (che vi gestisce uno dei fari più importanti del Mediterraneo) è un piccolo scrigno di biodiversità: abbondano pini marittimi, lecci, mirti e lentischi, mentre tra i muretti a secco e i resti degli antichi insediamenti monastici, vive il Tarantolino, il più piccolo geco italiano, specie endemica.
Si narra che Venerio, nato sull’isola Palmaria intorno al 560 d.C., fu monaco nel cenobio locale ed in seguito eremita sull’eremo del Tino. Segnalava la presenza dell’isola ai natanti accendendo falò sulla scogliera. Quando morì nel 630 d.C. e sulla sua tomba i monaci Benedettini eressero un monastero e oggi è il patrono del Golfo della Spezia, dei Fanalisti d'Italia e di tutti coloro che si occupano del funzionamento dei fari.
Se vuoi visitare l’isola del Tino hai una sola occasione: la festa patronale di San Venerio il 13 e 14 settembre in cui, quando, con due corse giornaliere, le motonavi partono da Portovenere. Ma la permanenza sull'isola è concessa ad un numero limitato di persone e in tanti sognano d’approdarvi…
Isola del Tinetto
Isola del Tinetto
Si vede appena tanto è piccola, ma la distinguerai tra gli scogli della sorella maggiore del Tino. L’isola del Tinetto più piccola e più a sud dell’arcipelago spezzino, remota, selvaggia, ascetica. Con i suoi 6000 mq di superficie è grande praticamente la metà di Piazza De Ferrari a Genova, eppure nasconde sorprese e desta da anni la curiosità di naviganti, monaci e marinai. Se riesci ad attraccarvi noterai che non ha alberi ma solo arbusti di macchia mediterranea e la vegetazione è scarsa e aggrappata alle rocce. Eppure anche qui, dove il mare luccica e tira forte il vento, arrivarono i monaci e vi costruirono un piccolissimo cenobio paleocristiano, forse il monastero più piccolo e antico della Liguria, risalente al V secolo se non poco prima. Sulla sua estremità meridionale, su uno scoglio semisommerso, è collocata una statua della Madonna Stella Maris.
La torre Scola
La torre Scola
Ma che cos’è? Un castello navigante? La punta di un icerberg-fortezza? È un isola che c’è e non c’è? Quando la vedrai per la prima volta molte domande ti verranno in mente. La Torre Scola (chiamata anche o “torre di San Giovanni Battista”) si trova poco oltre la punta nord-est della Palmaria. Sulle carte nautiche la troverai tra gli scogli della Palmaria, ma è abbastanza lontana da esserne separata e puoi pensarla come un’altra isola, la sesta isola ligure. Oppure, semplicemente, è una fortezza costruita su uno scoglio che ha resistito fino a noi all’assedio del mare. Fa parte del sistema difensivo progettato dal Senato della Repubblica di Genova tra il Cinquecento e il Seicento a protezione delle coste dai pirati. Ha una strana forma a pentagono, non per questioni esoteriche ma strategiche: una volta era piena di cannoni, ben dieci, ed era in grado di coprire "a fuoco" tutto il braccio di mare tra la baia della Palmaria, la baia di Portovenere e il seno di Lerici. Fu sventrata in una battaglia tra le flotte inglesi e francesi nel 1800 e successivamente non fu abbattuta soltanto perché fu trasformata in faro. Non c’è nulla, non ci abita nessuno, solo vestigia del passato. Ma se riesci ad approdarvi, magari in kayak, da Portovenere, puoi immaginarti ancora come uno di quei sei soldati, che, con un capitano e un "mastro bombardero" l’abitavano e scrutavano l’orizzonte a caccia di navi di pirati barbareschi.