Finollo: una camicia è per sempre

Genova e lo stile: un legame indissolubile. Avreste mai detto che la città che ha dato il nome ai “jeans”, ha lasciato il segno anche nell’eleganza e nell’abbigliamento più esclusivo? È proprio così: tra le dimore storiche dei Rolli, a due passi dai caratteristici caruggi, vicino alla lussuosa Galleria Mazzini, poco distante dal Teatro Carlo Felice, c’è Finollo, la bottega storica della camicia genovese, una delle maison più prestigiose, che, con le sue camicie e le sue cravatte, ha fatto la storia, diventando un simbolo unico, riconoscibile e inimitabile in tutto il mondo.

Una bottega artigianale dove la qualità della manifattura e dell’eccellenza sono sempre stati un fiore all’occhiello. Un salotto esclusivo che è rimasto immutato nel tempo, per oltre 120 anni.
Chi vuole cogliere completamente lo stile di Genova non può non passare da via Roma e non entrare da Finollo.

Appena entrati, un mondo si chiuderà dietro di voi. E se ne aprirà un altro. Francesca Linke che ha raccolto l’importante eredità dello storico negozio di via Roma, mi accoglie con un sorriso

L’inizio dell’avventura

“Abbiamo iniziato in piena Bella Époque, nel 1899, per opera del mio bisnonno Emanuele Finollo; io sono la quarta generazione. Il mio bisnonno aveva iniziato con un socio: infatti inizialmente il negozio si chiamava Finollo & C., che stava per company. Dopo 5 anni decise di continuare l’attività in proprio. Era un uomo geniale, aveva girato molto soprattutto in Inghilterra e in Francia, dove si era lasciato attrarre dal Coup de Fouet, un motivo decorativo dell’art nouveau che riprenderà nei suoi disegni per l’insegna e gli arredi del suo negozio. Da allora non è cambiato nulla: la nostra bottega è tutelata dai beni culturali.
Il mio bisnonno aveva la passione per il lusso e per gli studi di anatomia; grazie a queste conoscenze inventò un tipo di colletto il  colletto Genova (il famoso colletto Finollo). È un colletto particolare con un taglio che si appoggia sulla clavicola, in modo da non far grinze. Noi produciamo molte camicie e i nostri clienti scelgono quasi sempre questo colletto: Se ti fai una camicia da Finollo – dice sorridendo – non puoi non averla con il colletto Finollo”.

“Inizialmente questo era negozio per biancheria da uomo. Solo in seguito si è specializzato in camicie e cravatte. E la camicia è diventata un indumento di lusso”.

Finollo è diventato così il tempio della camicia e della cravatta. Da oltre 120 anni aiuta le persone a scegliere la camicia da indossare. Cosa è cambiato nel corso di questa lunga storia?

“Una volta non esisteva una camicia da indossare dalla mattina alla sera, una camicia che durasse tutto il giorno. Si realizzavano camicie per i diversi momenti della giornata e i nostri consigli aiutavano a scegliere quale modello realizzare. Adesso è cambiato tutto, ma siamo ancora un punto di riferimento, soprattutto per i consigli. La nostra è una boutique specializzata dove l’attenzione e la cura al cliente sono rimaste invariate negli anni, costruendo un rapporto di fiducia. Anche molti giovani d’oggi, che ricercano la qualità e l’eleganza, ci chiedono consigli.”

La filosofia dietro una camicia

“La camicia in genere deve corrispondere al proprio modo di essere, è l’indumento che fa sentire a proprio agio un uomo. La maggior parte dei nostri clienti sono uomini di successo e la camicia per loro deve essere qualcosa che li fa sentire in armonia con sé stessi. C’è chi ama la camicia comoda e chi ama la camicia più attillata (slim): la nostra regola è che chi indossa una nostra camicia si senta a proprio agio.
Una camicia non si indossa semplicemente, ma definisce lo stile di un uomo, è una questione di feeling”.

Come riconoscere una camicia di sartoria

“I nostri tessuti vengono realizzati dai migliori produttori italiani e nel mondo. Dai più semplici, consistenti, che possono andare bene per tutti i giorni, a quelli realizzati ancora al telaio a navetta con filati ipersottili per chi ama avere una camicia estremamente leggera.
Una camicia Finollo la si riconosce per le sue rifiniture, realizzate completamente a mano dalle nostre eccellenti sarte, una vera opera di artigianato, quasi un’opera d’arte, che nasce dopo tante ore di lavoro, circa 8 per camicia”.

Per ogni camicia la sua cravatta

“La cravatta è un accessorio che identifica. Gli uomini di solito usavano indossare camicia azzurra o bianca e abito grigio e l’introduzione della cravatta divenne un modo per distinguersi. La cravatta, in origine, nasce in realtà come sciarpina e solo successivamente divenne un accessorio importante: non è un fatto di divisa, ma è una questione di stile e di gusto. Vede, lei – riferendosi a me, che indosso un maglione dolcevita – oggi non ha la cravatta. Ma se ne avesse una, avrebbe scelto quella che la rappresenta meglio.
La cravatta è diventata un simbolo anche per trasmettere e comunicare la propria immagine. Ci sono cravatte scure, chiare e a righe, ma noi realizziamo anche cravatte molto vistose e divertenti. Mio padre diceva “quando il pavone incontra la pavona che cosa fa? Espone la sua coda per attirare l’attenzione!”. E la cravatta per un uomo è come la coda dei pavoni.”

Com’è fatta una cravatta?

La cravatta è normalmente un pezzo di seta, ma cambia a seconda di come viene tagliata, cucita e della sua parte interna.  La cravatta viene interamente realizzata a mano. Noi inseriamo all’interno due strati diversi di pura lana vergine, realizzati appositamente per noi in un laboratorio. La nostra cravatta viene cucita a mano e viene lasciato uno spaghetto, un filo di tensione in maniera tale che la cravatta rimanga elastica come la stoffa di cui è fatta. La cravatta può essere impreziosita con dei ricami fatti a mano; abbiamo due ricamatrici bravissime, che hanno delle mani d’oro e fanno dei ricami stupendi non solo con dei monogrammi, ma anche con disegni originali come ritratti di cagnolini, amatissimi dagli uomini. Tra questi c’è anche Mike (il piccolo cagnolino che cerca attenzione durante la nostra intervista)”.

Il “nodo Finollo”, famoso in tutto il mondo

“C’è una storia in famiglia, che mi viene raccontata da quando sono bambina: proprio davanti a questo specchio – indica quello alla mia sinistra, appena varcata la porta di entrata – il Duca di Windsor fece il nodo Windsor al contrario. Realizzò una sorta di mezzo Windsor, inventando così quello che sarebbe diventato il famoso nodo Finollo. È un nodo di media grandezza, che si sviluppa facendo precedentemente mezzo giro per bloccare la cravatta, a cui far seguire un nodo semplice. Può essere stretto o leggermente più morbido, in base al gusto della persona. Un nodo non troppo piccolo, non troppo vistoso… insomma un nodo genovese.  Abbiamo ancora il modello del colletto del Duca di Windsor e una foto con il suo autografo.”

La cravatta con la croce di San Giorgio

“È la nostra cravatta più venduta in assoluto e vanta numerosi tentativi di imitazione. In tinta unita blu, con una bandiera di Genova ricamata a mano. Una bandiera non quadrata ma a punta, gonfiata dal vento, che è molto comune dalle nostre parti”.

 “È anche un ricordo di una città dalla storia incredibile, una delle quattro repubbliche marinare, patria di Cristoforo Colombo. È un souvenir della città da poter sfoggiare in qualsiasi occasione. I turisti, soprattutto quelli dei paesi oltreoceano, vivono un’emozione unica. Quando entrano nel nostro negozio vengono subito conquistati dal nostro stile, poi s’incuriosiscono e respirano un po’ della nostra tradizione”.

Da Marconi ai Presidenti della Repubblica

“La storia di questa attività è incredibile, per esempio lei ora – rivolgendosi a me – sta camminando su un parquet dove hanno camminato Guglielmo Marconi e Mario Soldati. Ricordo di quando avevo conosciuto Gianni Agnelli che era venuto a vedere la mostra di Van Dyck a Palazzo Ducale. Qui sono passate tante persone che hanno fatto la storia dell’Italia e della cultura tra i quali tutti presidenti della Repubblica: in merito ricordo che abbiamo realizzato anche una cravatta per l’anniversario della Repubblica. Anche per il G8 ne abbiamo realizzata una, donata poi a tutti capi di Stato. La più recente è la cravatta disegnata per il nuovo ponte San Giorgio regalata per l’inaugurazione. lo abbiamo fatto come motivo di augurio di rinascita per tutti, noi ci sentiamo parte della storia di questa città”.

“Ci sarebbero molti aneddoti: una volta venne Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica. Entrò nel negozio e mio padre gli disse “Buongiorno signor presidente” e lui rispose “Beh non sono più presidente” e mio padre: “beh… signore lo sarà comunque rimasto”. Da noi l’ironia, la complicità e la familiarità non sono mai mancati”

Una donna al timone

Per tre generazioni l’attività è stata condotta da uomini, ora è il turno di Francesca Linke. “Io ho iniziato a farlo quasi per caso. Mancato mio padre, a 40 anni non mi sarei aspettata di avere tutta questa responsabilità. Un’eredità non facile da gestire. Ma, come si dice a Genova, squadra vincente non scambia, quindi ho cercato di capire quale fosse il modo di portare avanti la tradizione e lasciare anche la mia impronta. Molte aziende si sono trasformate. Noi non l’abbiamo fatto, siamo andati controcorrente e abbiamo tenuto duro perché la qualità e la nostra produzione sono per noi una scelta di vita e di filosofia. Il segreto è forse questa coerenza. Personalmente, sono molto attenta ai dettagli che fanno la differenza, ma non mi piacciono le cose scontate. Per esempio: non possiamo avere solo maglioni blu!”.

Anche il naso vuole la sua parte…

Da Finollo c’è un profumo particolare: E la nostra fragranza. Si tratta di un prodotto naturale, non ci sono aggiunte sintetiche, un profumo realizzato in Italia appositamente per noi: ha delle tonalità di tipo legnoso e fresche. È un modo anche per ricordare Genova, per non dimenticare di essere entrati da Finollo”.