I 10 animali più curiosi della Liguria
Star del web, misteriosi, ribelli e solitari: ecco i 10 animali più curiosi della Liguria, tutti da scoprire
La Liguria è un bel posto dove abitare, lo dicono anche i nostri amici animali, anche, grazie alla grande biodiversità del suo territorio. Ma ecco i dieci animali più strani che potrete incontrare dalle nostre parti e dove andare per vederli.
Il più misterioso e antico, è sicuramente la Farfalla dorata di Montemarcello Magra. Non è un animale vero e proprio, non aspettatevi un vibrare leggero d’ali su corolle colorate, ma una farfalla d’oro che, attraverso un gioco di luce, filtra sulle rocce nei pressi di Monti San Lorenzo. Si tratta di un fenomeno archeoastronomico, un sistema di rocce databile tra il terzo e il quarto millennio prima di Cristo, ma scoperto solo nel 1966: al solstizio d’estate, al tramonto, la luce solare, attraversa il foro creato da un tetralite, un insieme di quattro pietre, e proietta su una roccia vicina l’immagine di una farfalla dorata. La Cooperativa Hydra di Sarzana organizza visite guidate per poterla osservare.
Sapete che ogni anno in Liguria, oltre al Festival di Sanremo si tiene anche si tiene il Festival del Canto del Gallo? Alla Fiera della Candelora a San Bartolomeo al Mare, dalle 6 del mattino, nell’Uliveto della Rovere, i partecipanti, locali e nazionali, si radunano per giudicare quale dei galli abbia il più bel chicchirichì. Sono già molti i galli nell’albo d’oro della manifestazione, da Roby il birichino, ad Asterix.
A Busalla con gli asini vanno a scuola! Gli asini della Paradase onlus (in genovese aŝe, asinello) di Busalla in Valle Scrivia hanno migliaia di followers sui social e sono stati usati per favorire l’apprendimento dei bambini nelle scuole nel progetto Ragliando s’impara, l’asino educatore oppure accompagnano i visitatori in trekking o escursioni.
Nel Parco Naturale Regionale dell’Aveto, vive un gruppo di cavalli selvaggi. Composto da una quarantina di capi, sono eredi di quelli appartenuti ad un allevatore molti anni fa e vivono liberi tra pascoli e faggete, alcuni di loro senza alcun contatto con l’uomo. Il Parco dell’Aveto organizza speciali escursioni di horsewatching sulle tracce dei cavalli selvaggi: chissà, può essere una bella idea per una gita alla scoperta della Liguria meno conosciuta.
Le vacche ribelli, invece, sono una mandria di mucche che vive allo stato brado nei boschi di Mele e Masone, in provincia di Genova. A fine anni 90 l’azienda agricola di Mele che le gestiva non potè più provvedere a loro e così, progressivamente, hanno assunto comportamenti selvatici e si sono date allo stato brado, dividendosi in due gruppi, e spartendosi il territorio, dall’Alta Via dei Monti Liguri, ai boschi di Mele e Masone, oppure varcando il crinale appenninico nell’entroterra del Savonese, tra Urbe e l’Area montana del Beigua. Le due piccole mandrie, in questo vagare nell’Entroterra ligure, hanno però danneggiato orti, colture e frutteti e su di loro pendono ordinanze della magistratura e di sindaci locali. Sulla loro storia è stato anche realizzato un cortometraggio.
Il più famoso tra gli animali rari della Liguria, è certamente il lupo. Scomparso a causa della caccia indiscriminata nella prima metà del 1900, il lupo è tornato sui nostri monti in maniera del tutto autonoma, con un fenomeno del tutto naturale chiamato dispersione, e cioè, il regolare ciclo di riproduzione e allontanamento degli esemplari adulti, dal centro Italia è arrivato all’Appennino Tosco-Emiliano e successivamente in Liguria. Ora vari nuclei famigliari di lupi si trovano nella catena dell’Antola, in Val D’Aveto e nelle Alpi Liguri, non senza problemi con le attività di allevamento, scongiurati con l’uso di recinti, cani e dispositivi adeguati. Paolo Rossi, fotografo e naturalista, guida escursioni e trekking sulle tracce del lupo in Liguria.
Il biancone è un grosso rapace diurno di apertura alare tra i 165 e i 185 centimetri, con piumaggio variabile, fondo bianco nelle parti inferiori e bruno-grigiastro sulle superiori che agli inizi della primavera migra dall’Africa occidentale, attraverso lo Stretto di Gibilterra per riprodursi nei boschi liguri, soprattutto nel Beigua: la femmina depone un solo uovo bianco da cui a fine maggio, nasce un piccolo che abbandona il nido dopo 70-75 giorni. Si ciba praticamente solo di rettili. Per osservare i bianconi, ogni anno molti birdwatchers arrivano per il Biancone Day organizzato dal Parco del Beigua sulle colline sopra Varazze.
Raro, ma famoso, l’ululone dal ventre giallo è un rospo di 5-6 centimetri di grandezza dal ventre giallo e nero, colori vivacissimi che lo difendono dai predatori. Sua peculiare curiosità: si chiama ululone a causa del suo forte richiamo. Tempo fa il rospo ululone fu al centro di polemiche a causa dei finanziamenti regionali destinati alla sua protezione. Recentemente il Parco di Monte Marcello-Magra, nello Spezzino, è stato premiato dal WWF per il suo progetto atto a favorire la biodiversità salvando dall’estinzione l’Ululone dal ventre giallo.
Altra specie particolare è l’Emys orbicularis ingauna, la tartarughina palustre del rio Carenda, nell’entroterra di Albenga, data per ormai estinta, ma di cui sono stati poi trovati due esemplari nel 1994 e salita alle cronache nel 2012 perché messa in pericolo da uno sversamento di idrocarburi da cui, per fortuna, si è salvata. I pochi esemplari rimasti sono tutti presenti nella piana di Albenga. Dal 2000 è attivo il Progetto Emys per scongiurarne l’estinzione mentre l’associazione Associazione Emys Liguria si occupa di conservare l’ambiente di riproduzione e promuoverne la conservazione.
Destino molto simile quello della lucertola ocellata, (Timon lepidus, Daudin 1802) il più grande sauro della fauna italiana diffusa nella Penisola Iberica e nella Francia meridionale. Data per estinta, è tornata ad essere osservata a partire dal 2000 nella zona di Pompeiana, in provincia di Imperia.
Ama gli ambienti aperti con erba, senza rovi o infestanti, dove sono presenti massi o lastre pietrose su cui distendersi al sole per la termoregolazione, frequenta anche le zone ad oliveto. I maschi raggiungono generalmente i 60 cm di lunghezza, ma si conoscono dimensioni anche superiori; la livrea dei maschi adulti è di color verde erba con ocellature blu ai lati del corpo, da cui il nome volgare della specie. Anche la lucertola ocellata ha dovuto difendersi nel 2003 da un progetto di discarica, ma oggi l’Associazione Praugrande ne tutela e promuove la presenza.