Vallebona, il borgo dei cinque elementi
Dove anche il vento si ferma a sognare e puoi misurare il tempo “Se il vento potesse fermarsi a sognare”, forse sceglierebbe Vallebona. Il fuoco è uno dei simboli più antichi che l’uomo conosca. Cibo, calore, salvezza, spezzo arrivano da lì. Da sempre ci ritroviamo attorno al fuoco, non abbiamo mai dimenticato la nostra origine. Come tutti i borghi di un tempo, a Vallebona l’acqua la rispettano, la venerano, l’adorano: perché la sua carenza può far male, come pure il suo eccesso. A Vallebona capiscono ancora la lingua della terra. Sanno parlare con il territorio, capire i suoi segnali, i suoi richiami. In piazza dei Quattro Elementi troverai un ulivo: nessuno ti prenderà per matto se proverai a salutarlo, a parlargli, a chiedergli come va. Un po’ tutti qui – chi di nascoto chi no – lo fanno. Provaci. All’inizio ti dirà cose strane: parlerete di potature, di reti colorate, annate, frantoi. Le stesse cose di tanti suoi colleghi che abitano in queste colline. Ma poi comincerai a capirlo: sul pane, nella minestra, sui ravioli, e non ti stancherai più d’ascoltarlo, anzi, tornerai d’autunno per sentirlo cantare fresco. A Vallebona c’è aria in abbondanza. Ce n’è per tutti, pure per il vento: se volesse fermarsi un po’ qui e riposarsi, troverebbe la Loggia dell’aria, una bellissima arcata che si affaccia sulla piazza XX Settembre, uno dei luoghi più suggestivi del centro storico, con un bellissimo panorama sulla valle e il mare. In piazza Cinque Elementi invece c’è un’elica, per giocare un po’ con l’energia eolica. C’è ancora un quinto, ultimo elemento qui a Vallebona.
Questa citazione, tratta da “Vento largo” di Francesco Biamonti, scrittore di queste valli, è perfetta per cominciare a parlare di Vallebona. Il vento troverebbe questo borgo a pochi chilometri da Bordighera, attraversando una valle di limoni e aranci, caricandosi dei profumi di erbe aromatiche ed eucalipti, mimose, ginestre.
Ma non basta, l’aria è solo uno dei cinque elementi di Vallebona: Fuoco, Acqua, Aria, Terra. E il quinto? Lo scoprirai soltanto camminando tra i caruggi di Vallebona. Perchè, appena entri in Vallebona trovi Piazza dei 4 elementi, in cui sono concentrati tutti i simboli di questo borgo, ma il quinto componente, come in ogni cosmogonia che si rispetti, probabilmente ti raggiungerà mentre contemplerai gli altri quattro.U “fogü”
A Vallebona continuano questa tradizione. Il 24 dicembre in piazza dei Quattro Elementi si accende il “fogü” e tutti si ritrovano attorno alle capriole del falò per ballare e brindare.
Ma il bello è che il fogü non si spegnerà fino all’Epifania. È compito di tutti tenerlo acceso: mamme, papà, bambini, cittadini, passanti, turisti. Toccherà anche a te, se ti troverai a passare da Vallebona: le tradizioni sono le tradizioni, prendi un ciocco e gettalo nel Falò!Acqua
A Vallebona i luoghi in cui si celebra l’acqua sono piccoli, semplici, alla portata di tutti, come le fontane pubbliche. Ne trovi una proprio in Piazza dei Quattro elementi. Ma per una celebrazione collettiva, per trovare un vero “tempio” dedicato all’acqua, devi percorrere via Scudier, uscire nella valle, cercare la pietra liscia dei “tre rugli”, le fontane Vecchie e dei Lavatoi. Per secoli la gente di Vallebona è venuta qui a riempire secchi, a lavare i panni, a dissetarsi. Oggi fa capire ancor più il valore di questo elemento.
C’è poi un’altra acqua importante a Vallebona: l’acqua di fiori di arancio amaro prodotto tipico del borgo e presidio Slow Food. A Vallebona, nel mese di maggio, si va negli aranceti e si raccolgono i fiori, detti “zagare” o “bigaradièr” e li si distilla. Se ne ottiene un liquido profumatissimo che usano per aromatizzare le bugie che qui non si fanno a carnevale soltanto, ma tutto l’anno Una tradizione che arriva dalla Francia, e che, scomparsa all’inizio degli anni ’60 a causa della concorrenza degli aromi artificiali, è stata recuperata di recente da un giovane, Pietro Guglielmi, che ha riaperto la distilleria di famiglia risalente al 1856.Terra
La terra qui è lavoro, tra i caruggi scorrazzano numerosi Ape Piaggio: carichi di mimosa o olive a seconda della stagione, hanno sostituito i muli e ormai sono il mezzo di trasporto ufficiale di Vallebona. Quando non sgobbano, gli Ape abbelliscono il borgo: dipinti, carichi di libri, pigne, carabattole o regali di Natale sono un allegro bendenuto.
Ah, l’Apestop, qui a Vallebona, è un’abitudine diffusa. Chiedi un passaggio!Loggia dell’Aria
Raviöi cu pesigu
Come una bonus track, una canzone in più nel disco che non sapevi d’avere. Non è acqua, né fuoco, aria o terra. Forse un misto di tutti e quattro, ma con qualcosa di più.
Lo scoprirai camminando nei caruggi cercando gli altri quattro, oppure ti raggiungerà mentre contempli la serenità di un gatto dei caruggi o cercherai il mare tra gli ulivi: è un profumo di salvia ed erbe aromatiche, è un’acquolina, un pizzicotto al palato che diventa subito una voglia irresistibile. Qualcuno sta preparando i “Raviöi cu pesigu” la specialità di Vallebona. Si chiamano così per il “pesigu”, il pizzico, necessario per chiudere, uno per uno, la pasta ripiena di erbette o carne. Poi si cucinano con salvia o al tocco. Dopo averli assaggiati, per assicurarti di non star semplicemente sognando, chiederai a qualcuno di dare a te un pizzicotto.La signora Rina del ristorante “Il giardino”