Dieci maschere tipiche del Carnevale ligure
Ridicole, grossolane, popolari, giustiziere o conservatrici. Le maschere del Carnevale ligure ci dicono tanto sui Liguri!
Anche la Liguria ha le sue maschere. Nate per scacciare le tenebre e il freddo dell’inverno, sono diventate un riflesso del carattere e degli atteggiamenti dei liguri stessi. Eccone 10 che dovete conoscere!
Re Cicciolin: maschera Savonese, donata dal ceramista Romeo Bevilacqua, è un marinaio con sette figli con sette mogli diverse, una per ogni porto. Da subito è stato eletto di Re del Carnevale di Savona. È l’unica maschera ligure inserita nell’albo ufficiale delle 50 maschere italiane.
Capitan Spaventa: un buffo soldato spagnolo che crede di essere bellissimo e valorosissimo, ma è un fanfarone che si vanta di avventure amorose e guerresche, con un linguaggio misto di vocaboli casigliani ed italiani. Il suo costume più consueto è un abito a strisce gialle e rosse, un mantello rosso foderato di giallo, un cappello con piume variopinte. Risale alla occupazione spagnola di Genova, nel 1522.
O Marcheise: è la caricatura del nobilte conservatore che non vuole cambiare nulla e mantenere i suoi privilegi, ha cappello a due o tre punte, parrucca bianca legata con un nastro nero, marsina o redingote di velluto.
A Marcheisa: a fianco del Marchese, con la Marchesa e le Marchesine, ha parrucca bianca a boccoli, corpetto, larga sottana viola, calze di seta bianca, scarpine bianche e il “pezzotto” in testa.
O Paisan: è il contadino dell’entroterra, si chiama Gepin, Brisca, Genio, l’opposto esatto del Marchese. Il suo costume è un cappuccio rosso di lana a strisce, la “trentinna”, cappello scuro rigido a falda larga, simile ad un copricapo usato nel Trentino), pantaloni e giubba di fustagno marrone o velluto verde o rosso. Porta in mano un ombrello verde o rosso, una piccola lanterna, un cestino o un sacchetto di castagne e la roncola.
A Paisann-a: è la moglie del Paisan, si chiama Nena. Vestita con una camicia di pizzo con sopra un corpetto di velluto pesante, ha una gonna lunga ed ampia di colore vivace e righe alternate chiare e scure o a fiori e sottoveste a falde dette “fadette” con una “picaggia” (fettuccia). In testa il mezzaro in testa per portare pesi.
O Villan: anche lui viene dalla campagna, ma è un mezzadro, lavora sotto padrone. Mugnugna spesso e canta strapuntin canzoni sboccare e sferzanti.
O Scio Reginn-a: fu una figura realmente esistita, frequentatore di bettole e ubriacone. Una volta agiato e caduto in disgrazia, veste ancora il cappello a cilindro. Morì cadendo dalle scale di una taverna nel 1792 ma è rimasto vivo nella memoria popolare.
Baciccia della Radiccia e il suo fidato amico Barudda, sono tra le maschere principali del teatro genovese di marionette. Baciccia, diminutivo di Giovanni Battista, verrà detto della Radiccia per dargli un titolo nobiliare per scherzo visto che in genovese radiccia sta ad indicare la cicoria, il radicchio o le loro radici. Porta un cappello rosso e blu ed è di carattere gioviale, ama bere e lottare per la giustizia punendo i malvagi con il bastone che si porta appresso coinvolgendo l’amico, Barudda, balbuziente e bonaccione.