Fiat 500 Club Italia, una storia d’amore tutta ligure
Da Garlenda con furore, quella del Fiat 500 Club Italia è la storia di un’eccellenza tutta ligure che ha conquistato il mondo intero
La vera essenza della Liguria, e dell’Italia in generale, va ricercata nelle storie di uomini comuni che, con passione e un pizzico di visionaria follia, hanno realizzato imprese leggendarie. Tra queste merita una menzione d’onore quella di Domenico Romano, sindaco di Garlenda nei lontani anni Ottanta e tra i padri fondatori del Fiat 500 Club Italia. Forse non tutti sanno infatti che il circolo di cinquecentisti più amato al mondo è nato proprio nel piccolo comune della provincia di Savona da un’idea semplice ma rivoluzionaria.
Per far conoscere il paese, il Comune e la Proloco organizzarono nel luglio 1984 la prima edizione del raduno di Fiat 500, tra le vetture più in voga e diffuse dell’epoca. Nessuno poteva immaginare che quella trentina di partecipanti si sarebbero trasformati negli anni in circa ventiduemila soci di un club che ha conquistato la penisola e il cuore di appassionati da ogni angolo del pianeta.
Tra questi anche numerosi volti del mondo dello spettacolo e dell’imprenditoria italiana e internazionale, dal vicepresidente della Fiat Giovanni Nasi a Sandra Milo. Il debutto mediatico arrivò nel 1987, con la presentazione del primo volume sulla 500 di Romano Strizioli con copertina di Walter Molino a “Uno su cento”, programma tv targato Rai e condotto da Pippo Baudo.
Un’avventura internazionale
Dopo aver saputo da due turisti olandesi, Ronald e Annelies Hoeven, dell’esistenza di un circolo di cinquecentisti nei Paesi Bassi, un’intrepida spedizione di Domenico Romano e Giuseppe Nespolo in terra olandese portò all’avvento degli “Amici della 500“, vero e proprio precursore del Fiat 500 Club Italia e grande esempio di scambio culturale internazionale in un’Europa ancora in fase di costruzione e sperimentazione. Con la crescita esponenziale dei partecipanti, dai 100 del 1985 ai 300 dell’anno successivo, l’impresa straordinaria del visionario gruppo di Garlenda contribuì alla partenza nel 1987 del primo “Tour Europa” della storia, un evento internazionale unico nel suo genere.
Più di cento 500 partirono infatti dalla cittadina olandese di Geleen alla volta di Garlenda, attraversando un’Europa ancora contesa tra blocchi e divisa dal muro di Berlino. Proprio come altre iniziative culturali e competizioni sportive internazionali, tra cui spicca la Coppa dei Campioni, questa importante manifestazione sportiva fu l’ennesima dimostrazione dell’importante ruolo di sport e cultura nella formazione di un’identità europea e nel raggiungimento di una pacifica stabilità nel Vecchio Continente.
Quando è nato il Fiat 500 Club Italia?
L’anno zero del circolo di cinquecentisti più famoso del mondo fu il 1990, più precisamente il 13 marzo. Come recita l’articolo 2 del suo statuto, l’obiettivo principale del club fondato da Domenico Romano è “diffondere e mantenere vivo l’interesse per la Fiat 500 nella sua valenza di fenomeno sociale e di costume, favorendo nel comune amore per questa vettura l’amicizia e la solidarietà tra le persone, senza alcuna distinzione di età, estrazione sociale, censo, nazionalità o razze, creando e promuovendo occasioni di incontro e confronto fra gli amatori della Fiat 500 e iniziative volte alla conservazione della capacità di circolazione e funzionalità su strada delle Fiat 500″.
In una contemporaneità caratterizzata da divisioni e dall’avanzata di nazionalismi e nuovi razzismi, il messaggio lanciato a inizio anni Novanta da Domenico Romano e soci appare più che mai attuale e importante. Questo inno all’umanità e alla comunione tra popoli incarnava all’epoca, e continua tuttora a farlo, l’essenza e le aspirazioni dell’Unione Europea e di tutte le persone che hanno lottato per la pace e l’uguaglianza tra tutte le genti del mondo.
Il club dei record
Dopo aver superato quota 600 partecipanti al meeting internazionale del 2005 e aver portato in trionfo gli atleti olandesi a bordo di una cinquecento allo Stadio Olimpico durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali del 2006, il Fiat 500 Club Italia conquistò il Guinness World Record per la lunga parata di quello stesso anno tra Villanova d’Albenga e Garlenda. L’instancabile lavoro della direzione e dell’ormai presidente onorario Domenico Romano portò a risultati ancor più straordinari negli anni successivi che resero Garlenda la “capitale mondiale della Fiat 500”.
Dalla spettacolare coreografia dell’Arcobaleno Mobile del XXV Meeting del 2008 all’organizzazione di numerosi raduni in tutta la penisola, questo meraviglioso sogno italiano nato nella provincia di Savona si è fatto promotore nel tempo di importanti messaggi, dalla sicurezza stradale al concetto di “Slow Drive“, un turismo più lento e consapevole sulle strade panoramiche e tra i borghi del territorio. Dopo i terribili anni della pandemia, il Fiat 500 Club Italia è poi ripartito a tutto gas con il World Wide Meeting del 2021, un evento globale caratterizzato da tanti raduni contemporanei in Italia e in tutto il mondo.
Il 41° Meeting Internazionale di Fiat 500 a Garlenda
Come ogni anno, il Fiat 500 Club Italia è pronto ad una nuova edizione del celebre Meeting Internazionale di Garlenda. Da venerdì 5 a domenica 7 luglio 2024, le iconiche vetture provenienti da ogni angolo del mondo (secondo le stime saranno circa 2500) arriveranno in Liguria, regalando spettacolo tra i colori del mare e dell’entroterra della provincia di Savona.
Scopri il programma nel dettaglio e scopri da questa gallery cosa ti sei perso l’anno scorso!
La leggenda del Fiat 500 Club Italia raccontata da Domenico Romano
Certe storie dal dolce e inconfondibile sapore italiano, fatte di tanta caparbietà e olio di gomito, rappresentano un patrimonio culturale e umano di inestimabile valore. Riuscire ad inseguire la propria passione e a realizzare un sogno con un pugno di idee e un briciolo di sana follia è infatti un tratto distintivo che ha caratterizzato l’Italia soprattutto dal secondo dopoguerra in poi, ispirando le diverse generazioni e tutti quelli che hanno portato il nome del nostro paese in tutto il pianeta. Tra questi merita una menzione d’onore Domenico Romano, storico fondatore del Fiat 500 Club Italia che ci ha raccontato le gesta e le imprese di questo vero e proprio orgoglio ligure e italiano nel mondo.
Com’è nata l’idea del club?
Come Comune e Proloco stavamo studiando un modo per far conoscere Garlenda e, dato che da noi la cinquecento era molto diffusa e utilizzata, pensammo di organizzare un raduno per cinquecentisti. Con circa una trentina di partecipanti, il primo meeting non fu un gran successo. Nonostante ciò, l’evento ci permise di conoscere tante persone, tra cui due turisti olandesi che ci parlarono di un club di 500 nato nel loro paese.
Con un pizzico di sana follia, nel settembre di quell’anno decidemmo di partire alla volta dell’Olanda per conoscere questa realtà, ponendo così le basi del nostro club. Al termine di quell’avventura, grazie al confronto con persone straordinarie che condividevano la nostra stessa passione, nacquero infatti gli “Amici della 500”.
Essere folli non è un requisito fondamentale per far parte del nostro club, tuttavia ci ha spesso aiutato a raggiungere risultati incredibili.
Vi aspettavate di raggiungere un successo e una diffusione su scala mondiale?
Soprattutto dopo la prima edizione del nostro raduno, nessuno si aspettava un risultato simile. Nonostante l’iniziale scetticismo, i numeri sono cresciuti di anno in anno, facendoci raggiungere importanti traguardi che ci riempiono d’orgoglio. Detto ciò, quello che distingue il nostro club da tutti gli altri è l’attenzione per i soci. Riesco infatti a sentirmi pienamente a mio agio con ciascuno dei nostri 200 fiduciari e con ogni nostro socio proveniente da tutto il mondo, perchè la passione per la Cinquecento rappresenta uno strumento unico nel suo genere per fare amicizia e stringere legami.
Ci racconti il Tour Europa del 1987
Ben 100 Cinquecento partirono a inizio settimana dall’Olanda per arrivare il venerdì sera a Garlenda. Cinquecentisti provenienti da Olanda, Austria, Svizzera, Francia e Belgio attraversarono 5 nazioni prima di terminare la loro corsa nella nostra città. Ricordo in particolare l’accoglienza e il grande entusiasmo di tutti i partecipanti, tra cui anche un equipaggio di Berlino Est, l’unico proveniente da quella parte dell’Europa, e il grande aiuto datoci da una ragazza italo-olandese che ci fece da interprete. Dopo quell’esperienza si instaurò un bel legame tant’è che qualche anno più tardi, questa nostra traduttrice si è poi sposata a Garlenda, chiedendomi di farle da testimone di nozze.
Tornando al Tour, ricordo anche che l’arrivo fu decisamente “particolare”. Non avendo ancora troppa praticità nell’organizzazione di eventi, soprattutto a livello internazionale, avevo infatti sottovalutato l’impatto di cento auto e di diverse valute sul casello di Albenga. Fortunatamente però, dopo aver congestionato la circolazione per un po’, riuscimmo a far arrivare le Cinquecento nella nostra Garlenda e a far scorrere di nuovo il traffico!
Qual è il ricordo più caro che conserva dell’Arcobaleno Mobile del 2008?
Durante il censimento delle auto partecipanti sistemammo le Cinquecento nelle curve dell’Ippodromo dei Fiori di Villanova d’Albenga, formando così un arcobaleno colorato. Conservo gelosamente nel cuore il ricordo di questo momento semplicemente straordinario. A pensarci, anche in un’altra occasione riuscimmo a creare una bellissima coreografia: era il 2006 e in circa due ore realizzammo la scritta 500 con ben 508 auto.
Tra i partecipanti ai vostri raduni, quali sono i vip che ricorda con più piacere? E perché?
Uno dei personaggi del mondo dello spettacolo a cui sono più affezionato e riconoscente è sicuramente Renzo Arbore, una persona speciale che ci ha seguito fin dall’inizio. Detto ciò, porto nel cuore tutti i vip e i professionisti di diversi settori che negli anni hanno partecipato alle nostre attività, da Tullio Solenghi a Sandra Milo, Simona Ventura, Piero Chiambretti, Francesca Grimaldi e molti altri ancora. Se dovessi dirti chi è stato il più importante tra tutti, però, ti direi che ogni nostro socio, dal più grande al più giovane, è il più grande vip del nostro club!
Qual è stato il raduno più bello per lei?
Sicuramente quello del 2007. Ricordo infatti che la Fiat, dopo aver riconosciuto l’importanza del nostro club, portò da noi in elicottero la nuova Cinquecento e ci concesse l’onore di presentarla. Ricordo che in occasione del meeting arrivarono a Garlenda circa 700 auto da tutto il mondo nonostante fossero disponibili in piazza “solo” 500 posti complessivi per i partecipanti. Per questo decidemmo di sistemare in un luogo vicino le restanti Cinquecento, ad eccezione di una: quella di due australiani che, dopo essere sbarcati a Vladivostok, avevano attraversato l’Europa per arrivare a Garlenda in tempo per il raduno.
Per non vanificare questa loro impresa e premiare la loro sana e affascinante follia, decisi di togliere il numero da un’altra vettura già presente in piazza per darlo alla coppia e farla rientrare nel primo raggruppamento insieme alle altre 500 Cinquecento. Di questo raduno ricordo con orgoglio che questi nostri amici dall’Australia scrissero, sulla mappa che decorava la loro auto, il nome di Garlenda, rendendola l’unica città italiana tra le altre grandi città del mondo.
Detto ciò, mi ritengo fortunato per aver assistito ai 40 anni del club, festeggiando con soci e colleghi un’importante ricorrenza che mi ha riempito di gioia. Ricordo e ringrazio inoltre tutte le persone che nel tempo hanno avuto fiducia in me e hanno creduto in questa follia, dall’equipaggio della nostra cinquecento nel primo viaggio verso l’Olanda a tutti i soci e i simpatizzanti che ci seguono da tutto il mondo. C’è ad esempio un appassionato cinquecentista giapponese che, dopo essere venuto prima volta 30 anni fa, ritorna spesso a Garlenda. L’attaccamento e la fedeltà di ogni membro di questa gigantesca famiglia sono dunque motivi di orgoglio e ci hanno permesso di diventare il più grande club del mondo, con circa 28 soci in Australia, importanti collaborazioni e collegamenti con ben venti nazioni, 200 fiduciari in Italia e più di 20 a livello internazionale.
Cosa ha rappresentato per lei e per il club la conquista del Guinness World Record?
Senza dubbio è stata una soddisfazione enorme per tutti noi aver ricevuto questo riconoscimento e aver letto il nostro nome sul certificato originale del Guinness World Record datato 9 luglio 2006. Il nostro motto è “Non è un problema” e questo spirito ci ha permesso negli anni di realizzare con entusiasmo e tanta voglia di fare anche le cose più impensate.