Ilaria Spirito: dal calcio al sogno olimpico con l’Italvolley femminile

Quest’anno, le fortune dell’Italvolley femminile alle Olimpiadi dipenderanno anche dai colpi di Ilaria Spirito, talentuosa giocatrice di Albisola Superiore pronta al debutto olimpico

Grinta, talento, caparbietà e una grande resilienza contraddistinguono un’atleta che, dopo un promettente inizio calcistico, scalpita all’idea di lasciare il segno per la prima volta alle Olimpiadi con la divisa dell’Italvolley femminile. Se superare un infortunio, soprattutto a poca distanza da un evento tanto prestigioso quanto atteso, non è una cosa da tutti, ritornare in campo e strappare un pass per i Giochi Olimpici è un qualcosa di ancor più straordinario.

Nell’attesa che il braciere olimpico torni ad accendersi e dia il via alla madre di tutte le competizioni, abbiamo avuto l’onore di intervistare la pallavolista del Chieri ’76 Volleyball in un momento di riposo a pochi giorni dalla prima grande sfida olimpica della sua carriera.

Cosa rappresenta per te questo debutto olimpico?

Come per qualsiasi altro atleta e sportivo, anche per me essere stata convocata alle Olimpiadi è sicuramente il sogno più grande che si realizza.

Cosa hai provato quando hai saputo della tua convocazione alle Olimpiadi?

In realtà ci sono stati vari colloqui con l’allenatore prima che uscisse la lista delle convocazioni, quindi un po’ lo sospettavo già. Nonostante ciò, ho aspettato l’ufficialità per averne la certezza. Comunque sia, vorrei dirti di aver fatto i salti dalla gioia ma, avendo visto sfumare già in passato questo sogno a pochi giorni dall’inizio dei Giochi a causa di un infortunio, preferisco vivere giorno per giorno nell’attesa della partenza per Parigi, incrociando le dita senza dare nulla per scontato.

Come hai reagito e a chi l’hai detto per primo?

Il primo a saperlo è stato il mio fidanzato che, dopo avermi sentito parlare dei colloqui con l’allenatore, aveva già qualche sospetto. Proprio come me. Una volta ricevuta l’ufficialità ho poi subito chiamato i miei genitori che sono stati i primi a credere in me e a supportarmi.

Cosa vuol dire per te rappresentare l’Italia e la Liguria a livello internazionale?

Senza ombra di dubbio, indossare la maglia azzurra è ogni volta un’emozione indescrivibile e un motivo d’orgoglio. Ad essere sincera non avevo ancora ragionato su cosa volesse dire rappresentare la Liguria a livello internazionali, tuttavia sono molto felice di poter contribuire nel mio piccolo a far crescere l’attenzione per lo sport e per la pallavolo nella nostra regione.

Cos’è per te la pallavolo e come l’hai scoperta?

In realtà, fino alla seconda media giocavo a calcio, per poi passare alla pallavolo nella società sportiva della mia città, Albissola. Dopo un anno sono poi arrivata a Genova e, al termine di un’altra stagione, mi sono trasferita in Lombardia. Diciamo che la passione per la pallavolo era già in famiglia siccome mio padre è un allenatore e sia mia sorella sia i miei cugini giocavano (uno di loro anche in Serie A1) per cui è sempre stata lo sport di casa.

Qual è stato il momento più bello della tua carriera finora?

Al momento ti direi la vittoria dell’ultima coppa con il Chieri e anche quella con la nazionale italiana alla Volleyball Nations League. Ad ogni modo, dovendo scegliere tra le due ti direi comunque la prima perché è sempre un piacere portare alto in Europa il nome del proprio club di appartenenza e vivere un trionfo così importante da protagonista. Chiaramente spero che per quest’anno non sia l’ultimo trofeo!

E quello più difficile? Come sei riuscita a superarlo?

Avendo avuto molti infortuni in carriera ti direi appunto che queste situazioni hanno rappresentato per me i momenti più difficili. L’ultimo dei tre è stato forse quello più complicato perché arrivato a sole due settimane dalla partenza per le Olimpiadi di Rio. Non so dirti con esattezza come ho superato tutto ciò. All’inizio ricordo di aver pensato brevemente di smettere ma, dopo essermi operata, ho poi deciso di continuare e non mollare. Non è stata una decisione troppo ragionata e fortunatamente è venuto tutto da sé in maniera naturale.

Pensi di essere un buon esempio o devi ancora lavorare su alcuni aspetti prima di poterlo essere appieno?

Dal punto di vista caratteriale posso sicuramente continuare a migliorare. Per quanto riguarda invece il piano etico, penso di essere un buon esempio con i valori che mi sono stati trasmessi fin da piccola e con i miei comportamenti in campo e fuori.

Qual è quindi il tuo principale punto di forza?

La mia attitudine a lavorare sodo. Non mi stanco mai e cerco sempre di migliorare sotto tutti i punti di vista, non solo in palestra.

E qual è invece un aspetto che vorresti migliorare?

Sicuramente potrei avere un po’ più di autostima!

Hai un idolo o un esempio sportivo? Se si, cosa ti ha insegnato?

A livello pallavolistico no, mentre nel mondo dello sport in generale provo a seguire l’esempio di alcuni grandi atleti: Lindsey Vonn, che ha avuto una serie di infortuni alle ginocchia ma che ha comunque vinto tantissimo, Michael Phelps e Novak Đoković, entrambi grandi stacanovisti. Ciascuno di loro è un grande lavoratore e, al contrario di me, sono super vincenti. Quest’ultimo aspetto però non vuol dir nulla siccome si tratta di esempi sportivi che spesso rispecchiano, al di là dei diversi palmares, i miei valori e ciò che punto ad essere come atleta.

Qual è il tuo sogno più grande?

Non saprei risponderti. Probabilmente il mio sogno più grande non è essere felice tutti i giorni, cosa praticamente impossibile, ma vivere una tranquilla con i miei cari e vederli sempre in salute.

A che punto è la pallavolo in Liguria e come potrebbe crescere nei prossimi anni?

Non saprei dirti come, ma penso che in Liguria la pallavolo è ancora uno step dietro rispetto anche solo alle altre regioni limitrofe. Nonostante il bacino di utenza sia diverso, penso si possa investire e fare sicuramente di più. Senza ombra di dubbio, la partecipazione di due pallavolisti liguri alle Olimpiadi sarà un’importante vetrina per questo sport nella nostra “piccola” regione, così come l’elevato numero di atleti liguri ai Giochi Olimpici dimostra come lo sport sia un valore importante anche da noi in Liguria.

Cosa diresti ad una giovane che si sta affacciando a questo sport?

Le direi di divertirsi sempre senza sentirsi obbligata a fare per forza un determinato sport. Nel caso in cui la pallavolo non dovesse piacergli, le direi infatti di seguire sempre e comunque le proprie passioni senza smettere mai di divertirsi.