Ossi di Seppia. Ugo Mulas interpreta Montale a San Fruttuoso di Camogli
Dal 18 luglio 2024 al 16 febbraio 2025 all’Abbazia del Fai di San Fruttuoso la fantastica mostra fotografica “Ossi di Seppia. Ugo Mulas, Eugenio Montale”. L’intenso e suggestivo dialogo tra due linguaggi artistici, la fotografia e la poesia, e tra due grandi maestri della cultura italiana
Ugo Mulas ed Eugenio Montale
A cura di Guido Risicato e Archivio Ugo Mulas, la mostra, allestita in diversi ambienti dell’Abbazia, presenta venticinque fotografie in bianco e nero scattate da Ugo Mulas nel 1962 a Monterosso, nelle Cinque Terre, luogo dove Eugenio Montale ha trascorso la sua infanzia e che ha ispirato il poeta nella composizione della raccolta Ossi di Seppia. Le foto esprimono, in maniera concettuale, il paesaggio descritto dal poeta in quel che egli stesso definiva il periodo del “proto-Montale”, ovvero il 1925.
Il fascino dei versi di Ossi di Seppia
Affascinato da sempre da quei versi, Ugo Mulas decide di illustrare per una rivista la Raccolta e si reca a Monterosso con l’intento di rendere su lastra quel sentimento, insieme di assoluto e di profonda solitudine, rappresentato dal mare, dal sole e dalle rocce. Il risultato è un’opera fotografica caratterizzata dalla scelta d’insoliti punti di vista e da un intenso lirismo completamente aderente all’opera del poeta, dove la parola trova una perfetta corrispondenza con l’immagine.
Ugo Mulas
Ugo Mulas nasce a Pozzolengo (BS) nel 1928. All’inizio degli anni Cinquanta frequenta il bar Jamaica, luogo di ritrovo di intellettuali e artisti. Sarà la Biennale di Venezia del 1954 a segnare l’inizio della sua carriera di fotografo. In occasione di una tournée a Mosca con il Piccolo Teatro di Milano, realizza nel 1960 un reportage indipendente sulla Russia. La collaborazione con Giorgio Strehler lo porterà poi a elaborare una particolare modalità di documentazione della scena teatrale. A fine anni Sessanta segue le manifestazioni artistiche più importanti: a Foligno “Lo spazio dell’immagine”, le contestazioni del 1968 alla Triennale di Milano, alla Biennale di Venezia e a Kassel per “Documenta”. Muore a Milano nella sua casa studio il 2 marzo 1973.