La nebbia in Liguria: macaia, caligo e gaigo
È un fenomeno raro, ma anche in Liguria esiste la nebbia! Ecco come accade
I liguri non sono abituati alla nebbia. Capita così raramente che non sanno come comportarsi. Le navi si cercano tutta la notte con le loro sirene. La gente si confonde nei vicoli sotto casa. Non si sa nemmeno come chiamarla: “macaia”, “caligo” o “gaigo”? Vediamo di capirne di più.
I primi due termini si assomigliano per gli effetti: la Lanterna di Genova che spunta da un mare di nubi, i velieri ancorati nel nulla, i moli che si perdono nella nebbia. Colline che sembrano isole e isole che sembrano montagne. Tra i vicoli un’atmosfera sospesa de “L’Isola del Tesoro” di Stevenson o di un noir di Bruno Morchio.
La “Caligo” dal lat. caligo (-gĭnis), si verifica di solito durante la primavera per la concomitanza di condizioni molto particolari, come un anticiclone abbastanza forte, un mare ancora freddo e un debole vento da sud che viaggia al pelo della superficie dell’acqua e spinge la nebbia sulla costa.
Il risultato è un banco di nebbia a pochi metri d’altezza, mentre dalle alture si assiste allo spettacolo del “mare di nubi” sottostante.
La “Macaia” di probabile origine greca (da malakia, languore, o dal latino malacia, bonaccia di mare) ha la stessa genesi e gli stessi effetti della Caligo, ma, nel tempo, ha assunto una sfumatura più negativa, malinconica, come un condensarsi del famoso “mugugno” genovese. Infatti è entrata a far parte della cultura e della letteratura, ne hanno parlato Fabrizio De André, Paolo Conte e Bruno Morchio.
Se volessimo trovare una distinzione, si potrebbe dire che la caligo è più mattutina e la macaia serale, oppure che questa è più frequente nella stagione calda, mentre la caligo arriva a prima primavera, quando fa ancora freddo. Ma sono solo ipotesi: ogni ligure ha la sua macaia e la sua caligo. (Ecco i dettagli scientifici)
Il “Gaigo”, invece è la nebbia che, come una tovaglia viene ad adagiarsi sulle dorsali appenniniche centro-occidentali della regione, da ponente a levante, dalla val Bormida, alla valle dell’Erro, la val d’Orba, alla valle Stura e Scrivia e Trebbia. È il fenomeno esattamente opposto alla macaia e alla caligo: è causata dal vento da nord e dall’umidità proveniente dalla Pianura Padana che, per un effetto chiamato “Stau” (le correnti d’aria cariche di umidità che si condensano seguendo i rilievi appenninici), provoca una copertura nuvolosa sul versante padano e l’effetto di una “tovaglia” sui versanti liguri. (Qui dettagli scientifici)