Le sei tappe di Genova nel medioevo

Genova è stata una delle capitali europee del Medioevo; una città portuale, dominatrice del Mediterraneo tra l'epoca della Prima Crociata e la fine del Duecento. Si tratta di una storia affascinante e complessa che si può leggere sui libri di storia o scoprire passeggiando per la città… Ianua - Genova nel Medioevo è un un percorso alla scoperta della Genova Medievale, tra vicoli, piazzette e angoli meravigliosi.

Santa Maria di Castello e la Torre Embriaci

La partenza obbligata per comprendere la Genova medioevale è questa chiesa antica, che svetta sulla collina del centro storico. Santa Maria di Castello, situata nel cuore più antico della città, è una Basilica romanica, che sorge nel luogo di primo insediamento della città, poco sopra al riparo naturale della costa del porto antico. La facciata della chiesa e il campanile testimoniano l’architettura romanica, che a Genova assume il linguaggio portato dai maestri antelamici, costruttori e intagliatori di pietre provenienti dalla Lombardia. La chiesa è uno scrigno di tesori d’arte con affreschi e dipinti di Bernardo Castello, Aurelio Lomi, Grechetto, Domenico Piola, Luciano Borzone, Giovanni e Giovan Battista Carlone, Andrea Semino, Giovan Battista Paggi; oltre, naturalmente, alle sculture e ai rilievi, opera - tra gli altri - di Leonardo Riccomanno, Filippo e Anton Domenico Parodi. Il capolavoro è l’Annunciazione di Giusto da Ravensburg. A due passi si erge la torre degli Embriaci, che lega il suo nome a Guglielmo "Testa di Maglio", conquistatore di Gerusalemme e Cesarea nell’XI secolo durante la Prima Crociata.

Campo Pisano

“Ahi Genovesi, uomini diversi d'ogne costume e pien d'ogni magagna perché non siete voi del mondo spersi?”, scriveva Dante nel 33° Canto dell'Inferno. E di certo questa descrizione tranchant del sommo poeta si adatta bene alla vicenda di Campo Pisano, luogo bellissimo e tragico della storia cittadina. Qui nell’estate del 1284, dopo la vittoria di Genova su Pisa nella celebre battaglia navale della Meloria, portò migliaia di prigionieri pisani: vennero abbandonati e fatti morire di fame sotto le mura. Da questa tragica storia prende il nome di questa piazza, una delle più belle e medievali della città.  Da ammirare il fantastico e recentemente restaurato “risseu”, la pavimentazione fatta di pietra (risseu, in italiano si potrebbe tradurre mosaico di pietra) che è parte importante del paesaggio urbano e della stessa storia della Liguria. Perché l’arte del mosaico di pietra è completamente ligure, fatta con i sassi del mare: “La pietra si stacca dalla roccia del monte, viene trascinata dal fiume, che la leviga. Arriva sulla spiaggia e il mare compie la modifica definitiva” – descriveva già Virgilio, quello vero non quello dantesco.

San Donato

Miracolo nei carruggi. Potrebbe essere il titolo di un libro dedicato alla chiesa di San Donato, a pochi passi dal centro di Genova; eppure, per tanti anni dimenticata dai flussi turistici e dall'attenzione degli stessi genovesi. Oggi lo splendido edificio quasi certamente millenario si può considerare il simbolo della rinascita del centro storico. la chiesa è stata perfettamente ristrutturata e in pochi anni sono stati riportati alla luce due capolavori come il trittico di Joos Van Cleve "Adorazione dei Magi" e la "Madonna del Suffragio" di Jean de Troy, che dai fedeli genovesi è da sempre ricordato come il Quadro delle Anime. L'attuale struttura della chiesa è frutto di un ampliamento e rifacimento nel XII secolo di un preesistente edificio religioso dell'anno mille. È difficile dire quando sia giunto a Genova il culto di San Donato, vescovo di Arezzo e martire, morto nel 362 durante la persecuzione di Giuliano l'Apostata. Di certo la memoria e la venerazione per questo Santo si diffusero grazie agli scritti di Gregorio Magno e di papa Gelasio. Sulla facciata si può notare l'architrave di origine romana, sul quale dal 1290 al 1862 (anno dell'annessione della Toscana al Regno d'Italia) restarono appese le catene del porto di Pisa, distrutto ed insabbiato dai genovesi dopo la battaglia della Meloria.

Sant’Agostino

Fondata dall'ordine degli Agostiniani e dedicata a Santa Tecla nel 1260, quella di Sant’Agostino è una delle rare chiese gotiche sopravvissute alla distruzione degli edifici ecclesiastici del periodo. Fu realizzata con materiali poveri, usando marmo e pietra da taglio per la facciata, nelle alte colonne a capitelli cubici e in alcune decorazioni. Nel '300 e nel '400 il complesso subì una seconda fase edilizia, durante la quale furono demolite le capriate laterali, si alzarono i muri perimetrali murando le monofore e si ampliò il coro. Dopo la soppressione del 1798, l'abbandono del grande complesso, costituito da un chiostro triangolare e da uno quadrangolare, suggerì una destinazione a museo della scultura: il Museo di Sant’Agostino, attualmente in fase di restauro con previsione di riapertura nel 2024. Qui si possono osservare sculture, affreschi staccati italiani e liguri, reperti lapidei dal X al XVII secolo; opere di Pisano, Canova, Puget, Parodi, Schiaffino, Cambiaso, Castello e Piola: l'ennesimo contenitore di tesori che rendono unica la città. Da vedere nella medievale piazza Sarzano la fontana sistemata all'interno di un tempietto a sei colonne e opera di Bartolomeo Bianco, che venne completata con il busto di Giano attribuito a uno degli artisti della famiglia dei Della Porta.

Porta Soprana e Porta di Vacca

Porta Soprana, o di Sant'Andrea, con le sue slanciate torri, è uno dei simboli della città di Genova. Situata sulla sommità del Piano di Sant’Andrea, che le dà il nome, fu eretta nel IX secolo d.C. e modificata negli anni precedenti al 1155, in occasione della costruzione della nuova cinta muraria detta “del Barbarossa”. Nata come accesso principale alla città, oggi rappresenta una delle porte che introducono il turista nel centro storico della Superba. Qui abita il più famoso fantasma della città: la vecchina di Vico dei Librai, che apparve per la prima volta apparve nel 1989, la mattina del 29 dicembre. Da allora, sempre in occasione delle feste di Natale, la vecchina di vico dei Librai, antica strada che non esiste più dalla fine degli anni Sessanta sarà apparsa almeno una quindicina di volte. Di certo è il fantasma più famoso della città. Un’altra Porta medievale molto famosa è quella dei Vacca. l’antica porta di San Fede, che nel XII Secolo era l’entrata sul lato occidentale dell’antica cinta muraria costruita tra il 1155 ed il 1159 in difesa della città. La porta è costituita da un arco a sesto acuto fiancheggiato da due torri, parzialmente inglobate a partire dalla fine del 1700 negli edifici circostanti. Da qui si fa ingresso in via del Campo, la strada resa immortale da Fabrizio De André.

Casa di Colombo e Chiostro di Sant’Andrea

Nel cuore della city, in piazza Dante, all’ombra delle Torri di Porta Soprana si trova la Casa nella quale Cristoforo Colombo fanciullo abitò, quando aveva fra i quattro e i nove anni: è un piccolo, ma denso, memoriale dedicato al più importante esploratore della storia. Si tratta probabilmente di una ricostruzione, risalente al XVIII secolo, dell’edificio originale, medievale, in cui visse in gioventù lo scopritore delle Americhe. Probabilmente la casa andò distrutta durante il bombardamento della flotta francese di re Luigi XIV che colpì Genova nel 1684. Secondo le fonti scritte, il navigatore ha abitato qui in un arco di tempo compreso - indicativamente - fra il 1455 e il 1470. A due passi si trova il chiostro di Sant’Andrea, che una volta era inserito nell’omonimo monastero poi demolito. I capitelli figurati sono scolpiti con scene di ispirazione diversa, con temi derivati dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, come Adamo ed Eva, la Fuga in Egitto, Daniele nella fossa dei leoni, il Viaggio dei magi. Altri capitelli mostrano raffigurazioni più generiche di animali e creature mostruose. Gli autori di questa serie di capitelli sono probabilmente di formazione lombardo-emiliana.

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