Rosa della Valle Scrivia
Rosa della Valle Scrivia
I primi ad introdurlo in Sicilia furono gli arabi, che affidarono agli infusi un ruolo importante nella loro squisita pasticceria. Sono antichi i documenti che tramandano quanto lo sciroppo di rose abbia conquistato i Veneziani – nel Cinquecento ne facevano un gran consumo, tanto che cominciarono a diffonderne l’uso nel resto d’Italia. Anche a Genova si sviluppò la consuetudine di mettere in infuso i petali di rosa, ma non si conosce quando la tradizione abbia cominciato a diffondersi.
Curiosità
Fino agli anni ’60 e ’70 in Valle Scrivia era assai diffusa la coltivazione delle rose da sciroppo. Grazie alla facilità per la rosa di mettere radici, parchi e ville, orti e giardini della vallata erano tutto un fiorire di piantine e boccioli. Tra maggio e giugno i petali venivano raccolti e impiegati non solo per la preparazione di sciroppi ma anche trasformati in confetture o utilizzati per altre ricette particolari. L’antica coltivazione delle rose dell’Alta Valle Scrivia viene tramandata attraverso un sodalizio, cui aderiscono aziende agricole e singoli produttori che si impegnano a seguire le regole imposte dal disciplinare, stilato per la coltivazione delle rose e per la produzione di sciroppo ed altri derivati.
Caratteristiche
Utilizzando antiche tecniche, possono avviare la coltivazione delle rose “muscose”, rugose o “galliche” solo le aziende agricole che si trovano nei territori dei comuni di Busalla, Ronco Scrivia, Vobbia, Savignone, Montoggio, Valbrevenna, Casella, Crocefieschi, Davagna e Isola del Cantone. A Busalla il secondo fine settimana di giugno si svolge la Festa delle Rose. La birreria di Busalla produce anche la Birra alle Rose.
Come viene lavorato
Le rose si raccolgono da metà maggio ai primi di giugno, quando la corolla è ben aperta. Lo sciroppo artigianale viene preparato secondo la ricetta tradizionale genovese con ingredienti naturali: infusione dei petali di rose, acqua bollente acidula e zucchero. Si spegne il fuoco e si lascia macerare per 24 ore, il liquido è filtrato, si torchia la massa dei petali residui e si amalgama allo zucchero. Si riporta a ebollizione per una decina di minuti. Si ottiene, quindi, uno sciroppo dal sapore delicato che si versa in piccole bottiglie. Il caratteristico prodotto è ottenuto solo utilizzando varietà antiche di rose profumate, quasi tutte selezionate tra la fine del XVIII e il XIX secolo, come le “muscose”, le “muschiate”, le “rugose”, le “chapeau de Napoléon”.
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