Tour e-bike tra la galleria di Garezzo e il Passo della Mezzaluna

Intanto che pedalo su questa che, più che una bici, è meraviglia tecnologica (che ben saprebbe alleviarmi l’impegno, se solo non spingessi a tutta), sono indeciso. Dedicarmi a visualizzare per bene buche e canaloni creati dall’acqua o lasciarmi liberamente rapire da questa luce incredibile e dalla storia di questi panorami inarrivabili?
Il silenzio, rotto solo da qualche fruscio selvatico o da dolci canti silvestri, contribuisce a rendere davvero unico un paesaggio che gli anglosassoni tradurrebbero in Amazing! L’assoluto! Noi non abbiamo parole paragonabili ma, se mi sento così bene, qualcosa vorrà pur dire! La salita non molla mai… Il costante rettificarsi della flora che mi circonda, non lascia dubbi, come quest’aria che si fa fina, delicata e aguzza, quando si superano i mille e più metri.
Il Passo della Guardia è uno spettacolo ancestrale! Coricato ai piedi del Saccarello, la più alta delle montagne liguri, con i suoi 2201 metri, divide a metà storia e cultura di quest’angolo della Valle Argentina. Da un lato le terre brigasche di lingua occitana, Realdo e Verdeggia; dall’altro una distesa di un verde perentorio, categorico in ogni sua sfumatura, ci regala l’istantanea del nostro arrancare, felici, verso il Colle del Garezzo e quindi giù, laddove ora scorgiamo nitida la Mezzaluna con i suoi misteri. Vorrei fermarmi. Continuo… la pista si fa ora più onesta, la pedalata rotonda, ma questa salita non molla. Mi attende il Garezzo, con i suoi mille e ottocento, e col suo Enigma sensoriale! Ci sono. Mi fermo un istante per indossare il “windstopper” e, percorro a piedi quei cento metri circa che separano le valli Argentina e Arroscia. Nel mezzo, La galleria del Garezzo scavata a piccone e martello, a dinamite e sangue, da militari e uomini antichi, che hanno regalato a suo tempo questa via del commercio, a tutta quella corte di minuscoli, incantevoli borghi medioevali, incastonati tra le rocce e tutti i colori del mondo. Di qua, il breve golfo di Arma di Taggia, con il suo porticciolo e i suoi palazzi che sembrano sull’acqua. Di là, a pochi passi la Piana di Albenga! Sullo sfondo, una Corsica davvero troppo vicina, per essere vera! Mi risveglio…
Vacche al pascolo e cavalli variopinti, liberi finalmente di determinare essi stessi i propri confini, mi accompagnano alla discesa: lunga, tecnica ma, fiduciosa. So già che godrò molto ancora di questo meraviglioso viaggio però…però sto tornando verso casa. Molto, troppo lentamente, per essere discesa!
Già immagino giocoso, un presto ritorno su queste montagne incantate, mentre vorrei cedere a questo luogo irripetibile tutti i miei sogni, ed ogni loro disegno… Abbandonarli proprio qui, fra i miei pensieri e il mare…