La Contessa di Castiglione conquista la Grande Mela

Chi era Virginia Oldoini? Una spia? La dama spezzina che aiutò il Risorgimento italiano? Entrambe? Ne ha parlato il Metropolitan Museum of Art di New York

Una bellezza che colpiva quella di Virginia Oldoini, la “Contessa di Castiglione”.
Colpì Napoleone III, colpì Massimo d’Azeglio statista del Regno d’Italia, che la considerava già “la più bella donna d’Europa”. Ma nel suo carnet figurano diplomatici russi, politici, nobili, faccendieri; pure tra le amanti di Vittorio Emanuele II re d’Italia. Virginia colpisce ancora oggi: l’ultima delle sue vittime è il Metropolitan Museum of Art di New York : il famoso MET le ha dedicato uno speciale tributo sulle sue pagine social: https://www.facebook.com/metmuseum/

Chi fu Virginia Oldoini?

Virginia, chiamiamola per nome, come le eroine dei melò, fu una ligure cosmopolita e giramondo. Una donna bellissima ma inquieta. Sapeva essere ovunque si faceva la storia, bella ma irraggiungibile, inafferrabile se non da chi volesse lei. La sua fu una vita da romanzo, ma non un romantic novel, come sarebbe giusto. Piuttosto un giallo, anzi, una spy story.

Virginia (Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria) Oldoini nacque il 22 marzo 1837 a Firenze, discendente da una delle più nobili famiglie spezzine: tra i suoi cugini, Camillo Benso, conte di Cavour. Sposò giovanissima Francesco Verasis conte di Castiglione in un sontuoso matrimonio, organizzato dal principe Poniatowski, celebrato a Firenze nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Dopo la guerra di Crimea (1853 – 1856) nella quale il Regno di Sardegna aveva vittoriosamente affiancato Francia, Gran Bretagna e Turchia contro la Russia, Vittorio Emanuele II e Cavour le diedero un incarico speciale per il congresso di Parigi del 1856 che avrebbe dovuto sistemare l’Europa: favorire il ruolo del Piemonte nelle trattative che si sarebbero estese alla questione italiana. Tra balli alle Tuileries dove compariva luminosa come una dea, comparsate in deshabillé e ricevimenti all’ambasciata, Virginia centrò l’obiettivo: in pochi giorni conquistò gli ambienti più altolocati di Francia e ben presto anche l’Imperatore Napoleone III che così ammise il Piemonte al congresso alla pari delle grandi potenze, sbaragliando le obiezioni dell’Austria. Virginia si è conquistata così anche un posto importante nelle pagine di storia del nostro Risorgimento, favorendo l’appoggio francese all’Unità d’Italia.

Virginia Oldoini, la “Contessa di Castiglione” Scherzo di Follia, 1861-67- Pierre-Louis Pierson
Virginia Oldoini, la “Contessa di Castiglione” Scherzo di Follia, 1861-67. Pierre-Louis Pierson

Una vita da “influencer”
Si diceva che l’Imperatore le avesse donato, come pegno d’amore, un anello con smeraldo del valore di centomila franchi su cui aveva fatto incidere una parola codice: “VNIARPGOILNEIOEN” (“Virginie” + “Napoleon”). Dalla sua relazione con Napoleone III nacque uno scandalo quando costui subì un attentato e nel 1857 la Contessa di Castiglione fu costretta ad abbandonare Parigi recandosi in esilio a Londra.
Ma quella politica non fu che la prima delle sue molteplici attività: due suoi amanti (che la informavano anche sull’andamento della seconda guerra d’indipendenza in Italia), nell’aprile del 1859 la fecero diventare ricchissima al servizio della Banca Rothschild. Nel 1863, convincendo il consigliere spirituale dell’imperatrice Eugenia con uno stratagemma e la complicità di Costantino Nigra diplomatico (suo amante), riuscì a rientrare a Parigi. Il 9 febbraio 1863, in occasione di un ballo in maschera al palazzo reale, Virginia si presentò vestita da “Regina d’Etruria” per celebrare il suo trionfo.

Vedova ad appena trent’anni, Virginia trovò come proseguire il suo stile di vita: divenne l’amante di Vittorio Emanuele II. Entrambi vedovi ed entrambi a Firenze (allora capitale d’Italia), lei gli offrì lo schermo perfetto per mascherare il suo amore per una popolana, la Bela Rosin, da cui aveva già avuto due figli e che voleva sposare, matrimonio che avrebbe intaccato il prestigio di Casa Savoia. La storia finì questa volta con una sconfitta per Virginia: Vittorio Emanuele II alla fine scelse la Bela Rosin che lo aveva conquistato il Re con la buona cucina.
Il declino di Virginia era ormai iniziato: caduto l’Impero si batté per il ripristino della Monarchia francese ma fallì e fu coinvolta in altri scandali, come quando il figlio, nel novembre 1874, rubò le lettere privatissime degli uomini di Stato con i quali aveva avuto rapporti, i più importanti del mondo di allora: da Vittorio Emanuele II a Napoleone III, da Cavour a Bismarck a Rothschild insieme ad alcuni cifrari segreti con i quali si potevano decrittare documenti.
Ritiratasi nel 1876, nel suo nuovo appartamento di Parigi al numero 26 di Place Vendôme, iniziò una vita sempre più riservata rompendo quasi tutte le relazioni contratte in quindici anni di vita mondana e aspettando serenamente la morte che la colse a 63 anni il 28 novembre 1899.
A funerali avvenuti, la sua casa di Parigi e quella della Spezia furono perquisite da parte delle autorità e le fiamme distrussero i documenti più scottanti. La Contessa di Castiglione è sepolta nel famoso cimitero parigino di Père-Lachaise. Virginia Oldoini vivrà invece per sempre nel cuore degli spezzini.

L’ultimo mistero riguarda la sua lapide: trafugata dal Père-Lachaise e sostituita con una copia, è stata ritrovata nel magazzino di un’impresa edilizia torinese. Giuliano Soria, del Premio Grinzane – Cavour, avrebbe voluto restaurarla, ma morì prima di riuscirvi.
Protagonista di molti romanzi, film e sceneggiati, la Contessa di Castiglione è tra simboli indiscussi della Spezia. Le sue foto pubblicate dal MET sono del famoso fotografo francese Pierre-Louis Pierson. I social del Met sono canali da record, la sua figura potrà raggiungere oltre 2 milioni 142mila utenti su Facebook e 4,1 milioni su Instagram e chissà che qualcun altro non si innamori di lei.
Se vuoi sentire la sua storia ed entrare nella sua atmosfera, chiedi di lei al Museo del Risorgimento di Genova.