Da Lavagna a Pavia passando per l’Appennino

Sveglia presto perché alle 7 bisogna uscire di casa. Non è un problema, pedalare con il fresco è solo un vantaggio visto che farà molto caldo.

Il programma di oggi è leggero: ho guardato la strada ed è praticamente tutta in piano seguendo il lungo mare. Solo che io mi metto sull’Aurelia e la strada inizia a salire, devo avere sbagliato qualcosa ma meglio così, tutta quella strada in piano non mi entusiasmava molto a parte il fatto che mi sarei tenuto ben vicino il mare. Si sale e si scende, si inizia a sudare per fortuna l’Aurelia non è molto trafficata stamattina, sabato o domenica sarebbe stato impensabile.

Con calma arrivo a Portofino, mi guardo un attimo attorno, faccio una foto alla mia Giova (la mia cara bici) vicino a dei super yacht di super lusso, ma lei è più bella, non ha niente da invidiargli. Giro le ruote e mi fermo lungo la strada per Rapallo a fare una breve sosta e fare una piccola colazione con una barretta di sesamo e miele che mi sono portato da casa. Riparto velocemente per Recco e verso le 10 sono in spiaggia per l’ultimo bagno, ancora un’ oretta a rilassarmi e prima di ripartire in direzione di Genova faccio il pieno di focaccia. Dovrei arrivare in tempo per prendere il treno delle 13,43. La strada purtroppo inizia ad allargarsi aumentano il traffico e le corsie. L’hinterland Genovese è abbastanza grande e ci metto un bel po’ per arrivare in stazione, mi perdo anche ma alla fine arrivo. Ho tutto il tempo di fare il biglietto, peccato che alle macchinette non si possa fare il supplemento per le bici, quindi prendo il numerino e mi metto in coda. Attesa interminabile, per fortuna riesco a fare il biglietto in tempo e volo verso la banchina; ci sono i gradini, e allora mi carico in spalla 18 kg di bici (so che non si dovrebbe dire il peso di una signorina) e sono sul binario. Conosco dei ragazzi che anche loro stanno facendo un giro in bici, vivono in Sardegna e la sera prima hanno preso un traghetto, oggi arriveranno in treno fino alle alpi e poi si faranno in giro un mese per la Germania con le loro bici, un carrellino,  Siamo diversi cicloturisti, due olandesi con delle biciclette spaziali iper- teconologiche anche a pedalata assistita, dei ragazzi partiti da Milano in treno al sabato che si sono fatti il weekend in Liguria, un’altra coppia di ragazzi giovani. Arrivo a Pavia, sono a casa con ancora la salsedine addosso, aspetto ancora un po’ prima di lavarmi, voglio tenere ancora il sapore di mare sulla pelle.

Godermi la pace che ho raggiunto, sulla strada, in solitaria, anche se da soli non si è mai. Si ora mi trovo davvero in pace e dimentico quella sensazione costante per la quale faccio fatica a rimanere dove sono, dove mi sento un pesce fuor d’acqua, troppo diverso. Il mio disagio. Questa sensazione di pace non so quanto durerà, poi sarà l’ora di ritornare in strada, da solo.

Nicola Guazzone (biker)