Nel Finalese alla ricerca delle dimore dei nostri antenati

Nel Finalese solo alcune valli sono percorribili in automobile, altre solo a piedi e altre ancora, immerse nella macchia mediterranea, sono decisamente nascoste, silenziose e selvagge, pur trovandosi di fatto a poca distanza dall’autostrada o dalle direttrici interne, come quella che conduce al Colle del Melogno.

Qui ci sono opportunità a 360° per le pratiche outdoor, anche in virtù di questa geomorfologia particolare, che si può cogliere da subito passeggiando al di fuori dei nuclei abitati che costellano sia i crinali che i fondovalle. Alle spalle del villaggio di Boragni, ad esempio, ci si può inoltrare nel sentiero che raggiunge Orco, tipico insediamento rurale posto alla testata delle selvagge valli Nava e Cornei.

Dopo pochi metri si colgono le peculiarità naturalistiche intorno a noi e in prima battuta è la roccia a plasmare tutto ciò che ci circonda: incontriamo pareti e monoliti e anche una dolina.

La salita per valicare il crinale che ci porta in Val di Nava presenta una sorpresa: l’ingresso di una caverna.

Con un minimo di attenzione si oltrepassa, in discesa, il breve tratto non raggiunto dalla luce e si esce all’esterno della volta rocciosa, questa volta affacciata sulla Val di Nava.

La grotta si chiama “Arma Strapatente”, ed è la più spettacolare grotta del Finalese, una delle tante presenti in questa zona: nel corso dei millenni l’acqua ha scavato nelle rocce calcaree un’infinità di cavità di varie dimensioni. Alcune erano, all’Età della Pietra, i ricoveri dei nostri antenati, tanto che in molte di esse sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici.

Nel corso di tutte le escursioni che si svolgono lungo gli itinerari compresi tra Spotorno e Borgio Verezzi è facile imbattersi in uno dei circa 150 anfratti frequentati dall’uomo preistorico e magari immaginare il paesaggio finalese di 25000 anni fa.
Lasciato l’ingresso opposto, un’altra caverna illuminata dal sole si presenta lungo il versante, la Grotta dei Balconi, un’altra accogliente dimora del passato…

L’Arma Strapatente è costituita da un ampio cunicolo, lungo 64 metri e con un dislivello di circa 10 metri, che attraversa da parte a parte la Bastionata di Boragni, consentendo un diretto collegamento tra le valli Nava e Sciusa. All’interno della grotta sono visibili diverse concrezioni, tra cui una grossa stalagmite al centro della galleria. Sulle pareti si possono notare numerose nicchie ed antri secondari. Interessante anche l’origine del nome: secondo alcune interpretazioni deriva, per la sua forma, dal latino “extra patens” (cioè che si apre verso l’esterno), mentre secondo alcuni studiosi deriva da “trasparente” per il fatto che permette di superare il crinale.