6 luoghi danteschi in Liguria da non perdere
Cinque Terre, Genova e dintorni, Golfo dei Poeti, Portofino e il Tigullio, Riviera dei Fiori, Riviera delle Palme
Tra Lerici e la Turbie
Dante nella Divina Commedia unisce idealmene le due estremità della Liguria collegando Lerici ai dintorni di Ventimiglia nel canto III del Purgatorio al verso 49-51:
“Tra Lerice e Turbia la più diserta/la più rotta ruina è una scala/verso di quella, agevole e aperta”
per descrivere la terribile rupe di ascesa del Purgatorio.
Dante potrebbe riferirsi alla strada romana Iulia Augusta, la principale via di comunicazione dell'epoca, che probabilmente il sommo poeta attraversò nell’estate del 1302 per recarsi all’Università di Parigi, dove rimase fino all’estate al 1304. Non esistono documenti che lo provino, ma un tale riferimento fa credere che il suo viaggio non sia avvenuto per mare ma per terra e che dunque Dante sia passato da Ventimiglia.
Probabilmente Dante soggiornò in Lunigiana e visitò Lerici e Portovenere, dove la costa sale ripida sul mare e l’ascesa costa fatica e visto il misticismo del luogo, suggerisce espiazione.
Sarzana
In una delle sue molte peregrinazioni di esule, Dante Alighieri il 6 ottobre del 1306 giunse a Sarzana chiamatovi per siglare la pace fra i Malaspina e il Vescovo Conte di Luni, protetto dalla potente famiglia dei Fieschi.
In Piazza della Calcandola, oggi Piazza Matteotti, Dante fu nominato procuratore dei Malaspina con un atto formale, davanti al notaio sarzanese Giovanni di Parente di Stupio alla presenza del marchese Franceschino di Mulazzo, siglando la pace per l’annosa controversia fra i Malaspina dello Spino Fiorito e il Vescovo Conte di Luni.
Castelnuovo Magra
Dopo la nomina a Sarzana per conto dei Malaspina, il notaio Giovanni di Parente di Stupio e Dante mossero per Castelnuovo Magra per sottoscrivere l’atto di pace, alla presenza del Vescovo Conte di Luni che lì aveva sede.
La Val di Magra è citata nel canto XXIV dell’Inferno, versi 144-147:
“Tragge Marte vapor di Val Di Magra/ ch’è di torbidi nuvoli involuto/e con tempesta impetuosa e agra”
e nel canto VIII canto del Purgatorio, quando l’anima di Corrado Malaspina gli chiede notizie sulla Val di Magra e i territori circostanti, versi 115-117:
“Cominciò ella/di Val di Magra o di parte vicina/sai, dillo a me, che già grande là era…
Dante in Valfontanabuona
La Valfontanabuona compare nella Commedia nel XIX Canto del Purgatorio, quando parla Papa Adriano V, del casato dei Fieschi : "Intra Siestri e Chiaveri s'adima una fiumana bella, e del suo nome lo titol del mio sangue fa sua cima".
I ruderi dell’antico borgo di “Siestri” si trovano a Neirone, borgo da cui si svolge l’intera valle.
Non ci sono tracce di una presenza di Dante in quei luoghi ma probabilmente vi passò diretto a Milano nel 1311, dopo una missione in Lunigiana per conto dei Malaspina. La strada dalla costa risaliva allora la Valfontanabuona e saliva fino al feudo fiescano di Roccatagliata, passando per Siestri. Oggi, lungo la statale 225 della Val Fontanabuona, a San Colombano Certenoli, in frazione Scaruglia, un ponte dicorda il Sommo Poeta dal 1981: è il Ponte Dante Alighieri.
Genova
È nota l’avversione del Sommo Poeta per i genovesi, esplicitata nel XXXIII canto della Commedia con i versi: “Ahi Genovesi, uomini diversi/D'ogni costume e pien d'ogni magagna/Perché non siete voi del mondo spersi?”
Quando arriva nel IX e ultimo cerchio dell’Inferno, nella Tolomea, che ospita i traditori degli ospiti, Dante incontra Branca Doria membro di una illustre casata genovese che aveva fatto uccidere suo suocero invitandolo ad un banchetto. Quando Dante scrive, tuttavia, Branca Doria era ancora in vita; ma il suo peccato era stato così grave che la sua anima bruciava già all’inferno.
Sull’astio di Dante per Genova e per i Doria sono state fatte molte ipotesi. Probabilmente deriva da una contesa nata proprio a Genova durante la permanenza nella Superba di Dante, tra il 1311 e il 1312. Il poeta che, soggiornava in via dei Malocelli, dopo aver avuto una discussione animata con lo stesso Branca, sarebbe stato aggredito da alcuni servitori dei Doria.
Noli
Noli un tempo fu fiorente repubblica marinara. Dante vi arrivò probabilmente nel 1306, da esule, in viaggio verso la Francia.
Noli è citata da Dante nel IV canto del Purgatorio vv.25-27: Vassi in Sanleo e discendesi in Noli/montasi su Bismantova e 'n Cacume/con esso i piè; ma qui convien ch’om voli.
Il riferimento è ad una discesa particolarmente impervia, come i ripidi pendii di Capo Noli arrivando da ponente, paragonata alla ascesa alla Rocca di Sanleo, alla Pietra di Bismantova o alla cima di Caccume. Ascese faticosissime e impervie, non paragonabili alla salita lungo le pareti dell'Antipurgatorio dove sarebbe meglio aver le ali per poter volare.