Il Sud della Liguria
Da secoli affascinanti piante esotiche impreziosiscono Bordighera e le sue vallate: sono parte integrante del paesaggio, piante di antica origine che adornano gli assolati giardini della città.
Il clima, la luce, i colori e l’aspetto delle abitazioni di Bordighera Alta sono quelli dei borghi che si affacciano sul bacino mediterraneo. Pochi passi verso monte ci introducono nel Vallone di Sasso: ulivi, palme ed essenze aromatiche accompagnano chi passeggia lungo il silenzioso viottolo. Un angolo ricco di arte e storia cattura l’attenzione: nel 1884, presso un ulivo plurisecolare, Monet qui dipinse “The Farm at Bordighera” .
A corollario di questo crinale colonizzato dalle palme, alcune frazioni collinari dominano i versanti: Sasso, Vallebona, San Biagio della Cima e altri ancora (lassù in alto, Seborga) sono borghi perfettamente inseriti lungo la collina. Tutti offrono centri storici ben curati da visitare e gli abitanti qui si dedicano all’agricoltura.
Le escursioni terminano con il rientro a valle: Bordighera non comprende solo la parte arroccata e circondata dalle mura: la località turistica della Riviera dei Fiori è amata soprattutto per le sue ville e per il Lungomare Argentina. Qui la Regina Margherita di Savoia, prima regina d’Italia, soggiornò a lungo all’inizio del ‘900 e una statua ne ricorda la lunga permanenza. A pochi metri ecco Capo Sant’Ampelio, il punto più meridionale della Liguria.
Claude Monet soggiornò a Bordighera nel 1884 e qui realizzò ben 38 opere. La Regina Margherita vi morì nel 1926 nella sua villa. Tra gli altri, anche il naturalista Clarence Bicknell apprezzò le peculiarità climatiche di Bordighera.
Poco distante dal centro di Bordighera Alta è possibile visitare Villa Mariani, parte del Giardino Moreno, un tempo esteso parco all’interno del quale Monet dipinse diversi quadri (http://www.fondazionepompeomariani.com).
L’ulivo di San Giuseppe, presso il quale Monet dipinse “The Farm at Bordighera” si trova lungo il “Sentiero del Beodo”, recentemente valorizzato.
Le frazioni dell’entroterra sono ricche di storia: Sasso si unì nel 1686 ad altri sette nuclei della zona fondando la “Magnifica Comunità degli otto luoghi” ribellandosi al dominio della Contea di Ventimiglia.
Seborga è nota per la sua “dichiarazione d’indipendenza” che risale all’anno 1963, anno in cui i residenti, sulla base di una presunta mancata annessione al Regno di Sardegna (1861) elessero a “Principe” un loro concittadino. Il villaggio è anche stato, per 20 anni, sede di una zecca (1666).