La Val di Vara: alla scoperta del polmone verde della Liguria
La spezzina Val di Vara, che si sviluppa lungo il corso del torrente omonimo, viene definita il “polmone verde” della Liguria, in quanto i suoi boschi raggiungono l’80% del totale regionale. I fiori, i boschi, la natura incontaminata, il fiume Vara contraddistinguono questa vallata che ormai da anni è impegnata nel recupero del territorio per destinarlo ad attività produttive biologiche ed insediamenti abitativi ad alta qualità di vita. La Val di Vara, nel corso degli anni, si è contraddistinta per la produzione biologica di carne, latte, yogurt, formaggi, ortaggi e frutta, tanto da essersi meritata il titolo di “Valle del Biologico”.
È qui che lavora Pietro Picetti, l’artigiano che sagoma e intaglia gli stampini di legno per marchiare i croxetti: dischetti di pasta da condire con il pesto o con olio e formaggio, che portano impressi semplici decori, iniziali o stemmi araldici, a dimostrare che anche la cucina di casa, qui è nobile.
Varese Ligure, con il suo ponte medievale all’ingresso del paese e gli altri due borghi di Pignone e Brugnato sono le Bandiere Arancioni della valle, ovvero sono stati insigniti dal Touring Club del “marchio di qualità turistico ambientale rivolto alle piccole località dell’entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità”. Infatti attraversando la valle, ci si rende conto che di fatto essa è tutta “arancione”: sostenibilità ambientale e produzioni biologiche vi accompagnano sempre, con una crescente intensità via via che si sale verso l’alta valle e Varese Ligure. Indubbiamente percorrendo queste valli, sia a piedi lungo i loro innumerevoli sentieri, sia in automobile, si percepisce una certa serenità. E’ qui che si trova anche la Valle del Lagorara nell’Alta Val di Vara: diecimila anni di storia intorno a una cava di diaspro immersa nella natura.
Sarà la disposizione dei paesi, sarà il serpeggiare dei suoi corsi d’acqua…chissà se l’uomo preistorico, che frequentò la Cava Lagorara e che abitò il Monte Dragnone subiva già allora il fascino e il sapore della Liguria antica.
Il Monte Dragnone, piccola vetta di dura roccia ofiolitica che si erge in mezzo ad un più morbido territorio argilloso, deve il suo toponimo (particolarmente assonante a “drago” o “dracon” in greco) ad antiche credenze di provenienza orientale o medio-orientale, che si perdono in un’epoca in cui il Cristianesimo non aveva ancora spodestato i culti della Terra. Il drago è un simbolo sessuale femminile legato all’acqua. Le falde del Monte Dragnone sono infatti ricche di polle e di sorgenti, da cui sgorga un’acqua limpida dalle ottime caratteristiche organolettiche.
Il Monte Dragnone è raggiungibile da Pieve di Zignago, località posta nell’entroterra spezzino. La Cava Lagorara è raggiungibile da Santa Maria, piccolo borgo nel comune di Maissana, sempre nell’entroterra spezzino.