Arriva il popolo delle gru! La meraviglia delle migrazioni al Parco Beigua
La Liguria, tra febbraio e marzo, è attraversata dalla migrazione delle gru. Un esperto del Parco Beigua ci racconta come avviene
Può capitarvi sulle alture intorno al Parco del Beigua o nei pressi del Passo del Turchino o del Faiallo. Improvvisamente vi giunge un vociare: pare che qualcuno, ma non uno solo, una moltitudine, vi stia chiamando da molto lontano. Oppure siete in spiaggia, ad Arenzano, o a Varazze. Lì l’udirete in una delle pause del bagnasciuga. Ecco, allora alzate lo sguardo. Vedrete le onde attraversare il cielo: sta passando uno stormo di gru.
Nel tardo inverno, tra febbraio e marzo, sulla Liguria volano centinaia, migliaia di gru. Sono dirette a nord, guidate dall’istinto, dalla straordinaria bussola innata dei migratori. Il fenomeno negli ultimi anni ha registrato un aumento notevole. Sono sempre di più le segnalazioni di avvistamenti e sempre più grande il numero di individui. La zona in cui è più facile vederle è la Liguria occidentale, soprattutto tra il Monte Beigua e il passo del Turchino, ma, se sei fortunato le potrai vedere quando sorvolano il centro e le alture di Genova.
Ne abbiamo parlato con Antonio Aluigi, Responsabile Area Biodiversità del Parco Beigua. Il 3 marzo 2022 sarà anche il World Wildlife Day la Giornata Mondiale della fauna selvatica istituita dall’ONU.
Ma chi sono queste gru? Da dove arrivano? Perché ci passano sopra la testa?
Sì, il tono della domanda è più da ligure mugugnone dell’entroterra che da Alberto Angela. Ma Aluigi non si scompone e nella risposta mantiene il suo aplomb scientifico:
“La Gru (nome scientifico Grus grus) è un trampoliere, come la cicogna e l’airone. È di grossa taglia, ha un’apertura alare che supera i due metri, con zampe e collo lunghi, testa e becco piccoli, coda corta. Tranne che nella nidificazione, quando vive in coppie, è un animale fortemente gregario, ama i grandi gruppi. Possiede un volo maestoso, con le grandi ali piatte dai movimenti lenti e potenti, adatte ai lunghi viaggi, in cui fasi di battute d’ala sono alternate a lunghe planate. Il collo e le zampe sono visibilmente protesi, in cerca del baricentro e dell’aerodinamica.
Le gru arrivano dalla Spagna centrale, sorvolano il Beigua dai primi di febbraio. Ma non si fermano da noi, sono dirette nell’area del Baltico. Entrano in Liguria da sudovest, si dirigono verso Genova e poi risalgono le valli perpendicolari alla costa, Val Bisagno, Stura, Turchino…”.

Quindi sono solo di transito in Liguria. Ma quante sono?
“Non si fermano in Liguria, né a mangiare né a riposarsi. Solo a volte, solo se incontrano brutto tempo. Ci passano semplicemente sopra. Sono migranti. Volano in formazioni di centinaia di esemplari, come delle grandi V che attraversano il cielo. A fine migrazione, si stima che almeno 7-8.000 gru siano passate sull’area del Beigua da sud ovest verso nord est”.
Non può non affascinare la storia della migrazione delle gru. Anche il più selvatico dei liguri s’innamorerebbe di questo uccello a cui la natura fa compiere un viaggio incredibile due volte l’anno, a febbraio e a ottobre. Chiunque resterebbe per ore con il naso all’insù ad aspettarle e poi a guardare volare questi fantastici uccelli, ascoltando il loro particolare richiamo, che a terra suona come un lontano discorso interrotto.
“In volo gli stormi si muovono in formazioni a V o per linee oblique – continua Aluigi – la gru è un uccello vocifero: usa i richiami probabilmente per regolare il volo. Ci si accorge dell’avvicinamento degli stormi proprio per il loro verso, letteralmente un sottile “gru-gru”. Non hanno orario, sono attive nell’arco delle ventiquattro ore: possono essere osservate durante il giorno, ma è non è raro udirle nel corso della notte ed è un’esperienza fantastica”.

“Gli stormi sono formazioni a V o a linee oblique. Ci si accorge del loro avvicinamento per i loro richiami, un lontano “gru-gru”

“Non si fermano in Liguria, né a mangiare né a riposarsi. Solo, a volte, se incontrano brutto tempo. Ci passano semplicemente sopra, dirette a nord”

E, infatti, le gru stanno conquistando sempre più appassionati, dai birdwatchers più esperti che conoscono questi fenomeni ai naturalisti armati di binocolo, ai semplici curiosi che visitano il Parco del Beigua in questo periodo consapevoli (ma anche sorpresi) di assistere ad uno spettacolo unico offerto dalla natura.
“Ci sono giorni in cui ne arrivano tantissime. Nel 2019 i passaggi più numerosi si sono registrati il 22 febbraio e il 1 marzo. Nel giorno di picco sono transitate 4150 gru in poco più di un’ora, mentre l’anno dopo abbiamo potuto assistere a un passaggio spettacolare a metà pomeriggio del 19 febbraio 2020, quando dai settori sud-orientali del Parco del Beigua, in una finestra temporale di circa un’ora e mezza, sono stati contati più di 7000 individui in transito. Il 20 febbraio 2022 è stata un’altra giornata straordinaria: nell’arco di circa tre ore, dalle 15:30 alle 18:30, l’area tra il levante savonese e il ponente di Genova è stata interessata da un flusso ininterrotto di gru. Prendendo a riferimento l’entroterra di Varazze, sono stati oltre 10.500 gli individui transitati.

“Le gru hanno un volo maestoso, con le grandi ali piatte dai movimenti lenti e potenti, adatte ai lunghi viaggi, in cui fasi di battute d’ala sono alternate a lunghe planate”
“Da 20 anni effettuiamo un monitoraggio sui rapaci da marzo a settembre. Ci siamo accorti dal 10 febbraio al 10 marzo arrivavano fino a 5000 gru, con punte di 2-3-4 mila gru al giorno. Gli avvistamenti interessano l’area del Beigua, ma anche il Levante genovese e la Riviera di Ponente, con sconfinamenti nel Basso Piemonte. I dati di quest’anno sono ancora incompleti. Ma chiunque può aiutarci: con #GruNelBeigua, un’esperienza di birdwatching collettivo partita in forma sperimentale nel 2019 che da subito ha suscitato davvero molto entusiasmo e coinvolto tanti osservatori, non solo dall’area del Beigua ma da tutta la Liguria, il Basso Piemonte e altre zone del nord Italia. Osservatori che ormai sono fedeli collaboratori, precisi e puntuali, pronti a segnalare passaggi anche fuori dai periodi canonici di monitoraggio. Negli ultimi due anni ci siamo abituati a giornate davvero intense, con decine di segnalazioni, foto e filmati che sono stati poi utilizzati dagli ornitologi Luca Baghino e Alessandro Ghiggi per effettuare i conteggi, con risultati davvero straordinari. Sul nostro sito si possono trovare escursioni e trekking destinati al birdwatching tra cui anche quelli per le gru: http://www.parcobeigua.it/
Quali altri animali selvatici seguite?
Ci siamo specializzati in due tipologie di uccelli, i migratori e quelli nidificanti, il biancone e il falco pecchiaiolo (a marzo) e alcuni rapaci e passeriformi che nidificano nella zona. Ogni anno, a metà marzo, dopo le gru, organizziamo il Biancone day dedicato a questo straordinario rapace e grazie a finanziamenti WWF sono state ripristinate altre aree verdi dove vive il tritone crestato, un anfibio molto raro, specie protetta in via di estinzione. Siamo poi parte del progetto LIFE WolfAlps EU studiato per monitorare la coesistenza fra il lupo e uomo sulle Alpi evitando i problemi che possono scaturire dal ritorno di questo animale protetto.



