Cosa si mangia ad Halloween e per il Giorno dei Santi e dei Morti in Liguria
Ecco cosa mangiare ad Halloween e per il Giorno dei Santi e dei Morti in Liguria. Una festa di dolcetti, ma anche dei tanti piatti della tradizione
C’è un antico proverbio genovese che dice tutto su cosa si mangiava una volta nei giorni dei Santi e dei Morti in Liguria e che oggi va benissimo anche per Halloween:
“Ai Morti, bacilli e stocchefisce no gh’è casa che no i condisce“.
La dieta del giorno di Halloween è davvero particolare, tra memoria, tradizione e divertimento. Ecco qui le tradizioni del Giorno dei Morti in Liguria.
Zemin di Ceci e Mesciua
A pranzo del giorno dei morti si mangiavano soprattutto fave secche, pianta che, con il suo unico fiore scuro, ricordava quella giornata triste. Altra pietanza era essere lo squisito zemin di ceci, ecco la ricetta:
Ingredienti: Ceci secchi, bietole, cipolla, funghi secchi, sedano, carota, rosmarino, aglio, pomodoro, olio extra vergine, sale, pepe
Preparazione: porre in acqua fredda i ceci la sera prima e gettare poi l’acqua, ammorbidire i funghi secchi in acqua calda e tenere invece il liquido.
Soffriggere la cipolla con sedano e carota possibilmente in una pentola di terracotta con olio extravergine e quando si saranno dorati, aggiungere la passata di pomodoro e i funghi per 15 minuti aggiungendo un po’ d’acqua di ammollo. Tagliare le bietole e aggiungerle al soffritto. Infine versare i ceci e quocere per 30 minuti circa. Servire caldo.
A fine cottura, prima di servire aggiungere un filo d’olio crudo extravergine
Se sei nello spezzino, invece dello zemin troverai la Mesciua, piatto “povero” della tradizione ligure, nata dall’uso di mescolare i legumi e cerali raccolti sulle banchine dalle mogli dei lavoratori che scaricavano le navi al Porto di La Spezia.
Stoccafisso coi bacilli
In tavola si portava anche lo Stoccafisso con bacilli: il primo è lo Stokke, lo Stoccafisso accomodato, uno dei sapori più tipici e forti della Liguria, ecco la ricetta. I bacilli in vece, piccoli e scuri, sono una via di mezzo tra le fave e i ceci.
Se, invece dello stoccafisso, si aveva a disposizione il baccalà (stesso pesce ma di conservazione diversa), si può ricorrere alle frittelle di baccalà.
Le castagne
Dopo lo stokke si consumavano i “balletti“, castagne bollite in acqua con rametti di finocchio selvatico. Le castagne, tipiche del periodo, vengono consumate in modi diversi: le nonne preparavano per regalo ai nipoti, una “resta“, cioè una collana fatta con filo o spago composta di castagne bollite alternate alle mele Carle, oggi molto rare. Ma le castagne vengono consumate in vari modi dalle squisite trofie con farina di castagna al minestrone in un’antica ricetta popolare della Val Polcevera ai battolli, un’antica pasta della cucina povera di un tempo, con farina di grano, farina di castagne, tipica di Uscio, nell’entroterra del Golfo Paradiso.
Focaccette dei morti
Già nell’Ottocento sulle alture di Recco e nella vallata nei cinque forni cittadini che campavano alla meglio vendendo esclusivamente le focacce liguri, le focaccette preparate con le formaggette del golfo Paradiso e poi fritte veniva proposta unicamente nel periodo di celebrazione dei morti. Considerate antesignane della celebre focaccia col formaggio igp di Recco, si preparano ancora oggi e sono anche protagoniste di una celebre sagra che si svolge a Megli.
Pan e ossa dei morti
Nulla di macabro: semplicemente Pan e ossa dei morti sono due buonissimi dolci preparati nel savonese per la ricorrenza dei defunti.
Probabilmente di antica tradizione, molto diffusi in Val Bormida e a Calizzano, questi tipici dolci che arricchiscono le tavole in autunno e in particolar modo tra la notte di Ognissanti e il giorno dei morti. Risalgono a una cultura contadina, legata al rituale di offrire cibo ai morti. Secondo credenze popolari si riteneva che nel giorno della commemorazione dei defunti, i cari estinti si ripresentassero nelle loro case abbandonando temporaneamente l’oltretomba.
Per allietare questa visita, si preparava del pane dolce da offrire in tavola come se i defunti partecipassero al pranzo o alla cena insieme ai parenti ancora in vita. Per questo motivo questi dolci furono chiamati pan dei morti e ossa dei morti.