Viaggio ad Altare, il paese del vetro

Viaggio ad Altare, il paese della grande arte del vetro. Un percorso tra laboratori, botteghe e curiosità storiche Altare è la "porta" della Valbormida, in un territorio verdissimo, ricoperto da fitti boschi, area di confine tra la costa e l'entroterra. A pochi chilometri dalle più importanti località balneari del Savonese, Altare è un'ottima meta per chi vuole godersi il mare della Liguria, soggiornando in una zona fresca e nel verde. La storia di Altare è intrecciata con la lavorazione del vetro, introdotta probabilmente già nel XII secolo grazie ai monaci Benedettini che chiamarono a esercitare questa antica arte famiglie di vetrai dalla Francia e dalle Fiandre. Da quel momento, il paese di Altare ottenne in breve tempo la fama capitale del vetro. La tradizione di questa particolare lavorazione artistica vive ancora oggi nelle botteghe artigiane di soffiatura e incisione e nelle fornaci del Museo dell'Arte Vetraria, ospitato all'interno della stupenda Villa Rosa, caratteristico esempio di stile Liberty. Ecco un percorso tra le botteghe e laboratori vetrari e i luoghi più belli del borgo.

Le ville Liberty

Villa Rosa, splendida dimora edificata nel 1906 secondo i dettami dell'Art Nouveau, espressione di una società moderna, e frutto di un’integrazione fra architettura ed arti applicate.
Progettata dall’ingegnere savonese Nicolò Campora, formatosi a Torino e attento alle innovazioni tecniche e stilistiche nel campo dell’architettura internazionale, la Villa fa parte di una serie di edifici liberty che si diffusero nel paese all’inizio del 1900, in gran parte ancora esistenti. Di tutte le realizzazioni in stile liberty ad Altare, Villa Rosa è quella che risulta più omogenea e stilisticamente rappresentativa, con i suoi preziosi  decori: motivi floreali, linee sinuose, decorazioni a stucco e dipinte, insieme a una nutrita presenza di ferro e vetro che dà agli interni molta  luminosità.
Abitata già dal 1906, Villa Rosa fu adibita a dimora estiva della famiglia Saroldi, ma col passare del tempo venne utilizzata per periodi sempre più brevi. Sottoposta a tutela nel 1986, l’edificio fu acquistato dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali nel 1992. Protratti per un decennio i lavori di restauro, nel 2004 la Villa è stata riaperta al pubblico come sede del Museo dell’Arte Vetraria Altarese, ospitando una ricca collezione di vetri che vanno dal 1700 ai giorni nostri, oltre ad attrezzi per la lavorazione artigianale del vetro, e apparati didattici multimediali. Altre informazioni su: www.museodelvetro.org

La fornace del Museo

La cultura del vetro in Altare ha radici molto antiche: le prime fornaci per la lavorazione artigianale risalgono all’XI secolo, mentre del 1495 sono gli Statuti dell’Università del Vetro, corporazione che riuniva le famiglie che si dedicavano alla lavorazione del vetro. Sciolta nel 1823, i vetrai si trovarono ben presto in difficoltà, e decisero dunque di fondare la Società Artistico Vetraria (S.A.V.), prima cooperativa d’Italia. Il Museo dell'Arte Vetraria Altarese nasce dalla volontà di trasmettere al grande pubblico la storia e i segreti di questa importante produzione di oggetti d'uso e di vetri artistici, continuando a dare nuova linfa alla tradizionale lavorazione del vetro "à la façon d'Altare". A tal scopo nel giardino di Villa Rosa è installata una fornace dimostrativa per la produzione di vetro soffiato. La struttura, di circa 70 metri quadrati, comprende due forni fusori, un forno di tempera e diverse attrezzature per lo svolgimento del lavoro. Attiva dal 2000, oggi viene attivata frequentemente nel corso dell’anno. Un’occasione unica per vedere i maestri vetrai al lavoro, un’affascinante integrazione alla visita museale.

I Vetri di Sandro Bormioli

L’arte del vetro dal vivo!
Entra per scoprire come il vetro incandescente si trasforma in oggetto. Fiamma e mano del maestro trasformano il vetro in fiore, bicchiere, animale… L’arte del Vetro di Altare è la nostra storia tramandata da mille anni. Fai piccoli acquisti in bottega, solo così l’artigianato potrà continuare a vivere!
www.bormioliartevetro.com.

Soffieria Artistica Amanzio Bormioli

In questo laboratorio si realizzano oggetti soffiati e/o modellati in vetro-borosilicato trasparente e colorato. La caratteristica che rende unica la produzione è lo studio della figura umana e dei suoi movimenti, che consente di ottenere un’ampia gamma di trofei sportivi e di complementi d’arredo. Accanto alle forme della tradizione Altarese come i vasi a borsa, lumi, bottiglie e calici spiccano le opere di arte sacra: crocifissi, acquasantiere, madonnine, ecc. Illimitata la gamma degli animali in ogni forma e dimensione, dai più piccoli ad uso bomboniere a quelli di fantasia, ai segni zodiacali. Trentennale l’accoglienza di gruppi turistici e  scolastici che consente ai visitatori di assistere alla nascita di oggetti e di conoscere la storia e le tradizioni del nostro paese, grazie anche ad una pubblicazione realizzata a tale scopo. Aperti ogni giorno feriale; a disposizione per studiare nuove forme, anche su progetto o idea del committente. Per informazioni: 01958254 raffaellobormioli@gmail.com

La Città del Vetro (Aree ex SAV)

La SAV (Società Artistico Vetraria) fu fondata la notte di Natale del 1856 dalle famiglie dei vetrai altaresi, convinti dal medico condotto Giuseppe Cesio, di fede mazziniana, a lasciare da parte le rivalità che stavano logorando le attività dei vari Maestri. La SAV è la prima cooperativa operaia italiana storicamente accertata. La produzione, principalmente di vetri d’uso comune, prosegui fino al 1977, quando subì un primo fallimento che portò alla rifondazione in SAVAM. La SAVAM spostò poi la produzione nella neonata zona industriale (nelle aree ora Vetreria Etrusca) lasciando gli storici capannoni al loro destino. Attualmente è in progetto una complessa opera di recupero degli spazi, che prevede unità abitative, ricreative e artigianali.

Una Camera per Napoleone

Poco lontano da Altare, nei boschi di Montenotte, cominciò l’epopea vittoriosa di Napoleone. Tra l’11 e il 12 Aprile 1796 le truppe francesi dell’Armata d’Italia, guidate dal giovanissimo generale Bonaparte, sconfissero le truppe austriache in una serie di scontri che presero il nome di “Battaglia di Montenotte” (ricordata anche sull’Arco di Trionfo a Parigi, vicino a scontri ben più celebri). Napoleone seguì la battaglia con un cannocchiale dalla cascina Casa Bianca, suo quartier generale poi, a scontri terminati, tentò di raggiungere il campo di battaglia ma non riuscì a percorrere la strada giusta. Trovato quindi da un religioso domenicano, poté ritornare ad Altare, dove passò la notte ospite del Sindaco Avvocato Pietro Lodi, dopo aver predisposto i piani per il giorno successivo con i Generali Laharpe e Massena.

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