Olio DOP Riviera Ligure

Olio DOP Riviera Ligure

Olio dop: le magnifiche tre della Liguria

La Liguria è la prima e finora unica area europea ad avere ottenuto la denominazione di origine di produzione per tutto il territorio regionale (in Toscana, Campania, Lazio la dop interesse zone molto più ristrette). Secondo il severo disciplinare approvato dalla UE, la dop “Riviera Ligure” può indicare tre sottozone di appartenenza: “Riviera dei Fiori”, “Riviera del Ponente Savonese”, “Riviera di Levante”. Si tratta, in definitiva, della tradizionale divisione dell’olio ligure: differente proprio per il timo di oliva utilizzata nella spremitura in frantoio.

Nell’Imperiese la dop è assegnata ai prodotti in linea con il disciplinare europeo e risultato di olive taggiasche al 90 per cento. Nella zona del Savonese le percentuali cambiano: olive taggiasche al 60 per cento e 40 per cento rimanente tra olive pignole, colombaia e altre. Per quanto riguarda il levante sono ammesse olive della varietà lavagnina, razzola e pignola al 65 per cento, della rossese, lantesca e altre per il rimanente 35 per cento. Il disciplinare prevede limitazioni en precise anche per i territori comunali compresi nell’area dop, parametri climatici e orografici, chimici, organolettici e naturalmente anche norme relative al gusto dell’olio. Insomma, solamente le spremiture migliori, naturalmente a freddo, possono sperare di ottenere l’ambito marchio.

Ogni bottiglia di Olio DOP Riviera Ligure presenta l’inconfondibile “collarino” numerato giallo del Consorzio di tutela, a garanzia di identità territoriale che racconta usi, sapienze, valori

Il contrassegno numerico garantisce al consumatore l'origine "tutta ligure" delle produzioni che hanno ottenuto la certificazione di conformità al disciplinare di produzione dop "Riviera Ligure" e permette al consumatore di risalire all'olivicoltore, al frantoio e di conoscere i passaggi del processo di trasformazione. Il disciplinare di produzione è stato registrato in sede comunitaria con il regolamento CE 123/97 e sotto un'unica dop sono previste tre menzioni geografiche:

- "Riviera dei fiori"

- "Riviera del ponente savonese"

- "Riviera di levante"

Storia e segreti dell’olio ligure

L’olivicoltura ligure affonda le sue radici in epoca preromana, ma l'introduzione della coltura con tecniche razionali e una sua prima e significativa diffusione si deve ai monaci dell'abbazia benedettina di Santa Maria del Canneto a Taggia, in epoca medioevale. Da qui la coltivazione si è poi diffusa in tutto il ponente e nella Liguria orientale, in particolare nella vallata del Lavagna. È infatti in questo periodo che hanno origine le varietà taggiasca e lavagnina.

Il periodo d’oro per l’olivicoltura ligure fu quello compreso fra la metà del Settecento e la prima metà dell'Ottocento, quando assunse un’estensione tale da caratterizzare il paesaggio della nostra regione. Imperia in questo periodo pose le basi di una supremazia industriale che ancora oggi la caratterizza. Nel tempo altre regioni italiane assumono maggiore importanza produttiva e la possibilità di trasporti veloci dalle altre regioni del Mediterraneo portano a un lento declino dell’olivicoltura ligure. Dal 1985 in alcune aree sono stati inseriti elementi di rinnovamento, non tanto dell’olio che rimane quello “sano, bello, buono e puro” come descritto da un contratto di fornitura al Ducato di Milano nel 1620, quanto nell’impegno di un numero crescente di produttori di presentare l’olio in maniera originale. E la produzione a denominazione d’origine è, in questo senso, un passo avanti importante.



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